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«Calzature, prima regola
contro distorsioni
fratture e slogature»

Roberto Morandi, responsabile del Soccorso alpino di Verona
Roberto Morandi, responsabile del Soccorso alpino di Verona
Roberto Morandi, responsabile del Soccorso alpino di Verona
Roberto Morandi, responsabile del Soccorso alpino di Verona

Il problema è sempre lo stesso ed è la causa di tante richieste di soccorso: abbigliamento inadeguato, in particolar modo calzature non adatte a sentieri ripidi e scivolosi. «Sembra impossibile», commenta sconsolato Roberto Morandi, il responsabile della stazione di Verona del Soccorso alpino, «ma tanta gente non si rende conto che una cosa è passeggiare in città e un’altra è affrontare un percorso in montagna. Il fenomeno si presenta soprattutto sul Monte Baldo e in modo particolare nella zona di Malcesine. Lì una spettacolare funivia in pochi minuti ti porta dalle calde spiagge del Garda, a 87 metri di quota, agli oltre 1,700 della Colma. Dove, non di rado, il Baldo mette il proverbiale capèl di nuvole e la temperatura è più bassa anche di una quindicina di gradi. Ed è sempre lì che tanti, vedendo il lago sotto di sé che pare a due passi, si avventurano in una discesa lunga e ripida con calzature del tutto inadeguate. Che spesso tradiscono, specie se, nel tentativo di fare prima, si esce dal sentiero segnato. E sono slogature, fratture, distorsioni che impongono un intervento di soccorso che si sarebbe potuto benissimo evitare se i malcapitati avessero indossato calzature da montagna».

IL BALDO PIÙ INSIDIOSO. Il 70 per cento degli interventi del Soccorso alpino veronese avvengono d’estate, dicono le statistiche, e il 30 per cento di questi nella zona interessata dalla funivia di Malcesine. Zona che ovviamente non va demonizzata né tantomeno evitata: va solo affrontata con le dovute precauzioni. Anche la Lessinia è terra di scivolate e di perdite d’orientamento, ma è comunque il Baldo, nel suo complesso, la montagna veronese da dove arriva il maggior numero di richieste di soccorso. «In realtà», dice Roberto Morandi, «sono pochi gli accorgimenti per evitare di trovarsi in situazioni tali da dover chiamare i soccorsi. Anzitutto calzature alte, avvolgenti sulla caviglia. Oggi vanno di moda le scarpe da running, ma sono scarpe per specialisti, inadatte al normale escursionista della domenica. Poi bisogna vestirsi in maniera adeguata, cioè a strati, così da potersi spogliare velocemente se fa caldo ed altrettanto velocemente coprirsi se cambia il tempo. Infine bisogna assolutamente evitare di abbandonare il sentiero. Se si è incerti, meglio tornare sui propri passi sino a ritrovare la traccia giusta. Molto spesso, specie sul versante occidentale del Baldo, abbiamo dovuto cercare escursionisti che avevano raddrizzato il percorso finendo dentro canaloni impercorribili o sopra dirupi».

118, MA DI VERONA. Altre due raccomandazioni importanti. Se chi chiede aiuto possiede uno smartphone può utilizzare il geolocalizzatore GPS interno al telefono. In questo modo, comunicando cioè le proprie coordinate geografiche, sarà molto più facile essere trovato subito dai soccorritori. Se si è sul Baldo e si chiama il 118, che è il numero da comporre per chiedere aiuto, bisogna ricordarsi di chiedere esplicitamente di parlare col 118 di Verona e non con quello di Brescia. Muovendo da Verona e non da Brescia, i soccorsi saranno infatti più tempestivi. «Tra Soccorso alpino e 118», conclude soddisfatto Roberto Morandi, «c’è una perfetta sinergia che, unita alla professionalità degli operatori dell’elisoccorso, ci permette di arrivare, quando è necessario e cioè nei casi più gravi, anche nei posti più difficili da raggiungere». EU.CIP.

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