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Vicolo Santa Maria,
il tocco artistico
di Serafino Rudari

Performance di Serafino Rudari, artista di fama internazionale originario di Bussolengo, che da ieri e fino a domani sta dipingendo il vicolo Santa Maria, uno dei collegamenti tra via Ospedale e via Mazzini. «Il progetto di valorizzazione artistica del vicolo santa Maria», spiega l’assessore all’urbanistica, Annalisa Scaramuzzi, «rientra tra gli obiettivi del bando di progettazione e riqualificazione della piazza XXVI Aprile che assieme a via Mazzini costituisce un asse di fruizione anche turistica del nostro paese. La volontà di promuovere una pluralità di interventi per ripensare dal punto di vista qualitativo il centro storico rappresenta un’occasione per fare interventi anche artistici. Tra gli obiettivi del bando, oltre alla connotazione dello spazio pubblico aperto su piazza XXVI aprile e via Mazzini, rientra la necessità di render maggiormente attraenti i percorsi tra via Mazzini e l’ospedale, la scuola elementare Citella, oltre che il santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso».

I vicoli si trasformano così in passaggi narranti con forme stilizzate che si rifanno ad artisti noti di Bussolengo come Beni Montresor, Prosdocimi e Serafino Rudari. Gli artisti sono stati coinvolti insieme ai progettisti che si sono aggiudicati il bando durante la fase di stesura del progetto generale.

«Per quello che essi rappresentano per Bussolengo», precisa l’assessore alla cultura, Katia Facci, «abbiamo chiesto loro supporto e disponibilità per la realizzazione di opere che necessitano di capacità artistiche e comunicative qualificate».

«Grazie alla generosità degli artisti coinvolti e soprattutto di Serafino Rudari, personalità artistica di rilievo internazionale ed al contempo di un’umiltà commovente», conclude il sindaco Paola Boscaini, «siamo riusciti a intraprendere il progetto su vicolo Santa Maria. Rudari ci ha offerto gratuitamente la sua prestazione artistica, per noi occasione unica eccezionale ed esemplare nel modo di intendere lo spazio pubblico come spazio di tutti».

Lino Cattabianchi

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