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«Setti, ora se ne vada»
«Ho fatto il mio dovere»

Dopo l’archiviazione del procedimento per la vendita del Progno Casotton a carico del sindaco Paola Boscaini e dell’amministrazione, nel dibattito in Consiglio, ha preso la parola Tiziano Ferrari.

«LE SUE ACCUSE non erano consistenti», ha tuonato all’indirizzo della consigliera grillina. «Siamo stati offesi in Consiglio come maggioranza e indicati come mafiosi. Lei, consigliere Setti, dovrebbe andarsene». E anche una critica al Pd: «Non è questo il modo di fare della sinistra, area politica in cui mi identifico». Ha risposto il consigliere Ceschi che ha respinto di aver mosso l’accusa agli amministratori per il traffico di sostanze illecite: «Aumentare una cava non è una bella cosa per un Comune. Per quanto riguarda il traffico di sostanze, non l’ho mai detto neanche quando sono stato interrogato. Uno che fa politica lotta perché il progno non venga venduto: l’ultima strada per evitarlo era l’esposto». Soddisfazione per il gruppo di maggioranza è stata espressa dal consigliere Ugo Piccoli «soprattutto per i cittadini di Bussolengo». Ma anche amarezza per l’esposto presentato «che nasce dalla cultura del sospetto».

HA PUNTUALIZZATO la consigliera del Movimento 5 Stelle Barbara Setti, autrice dell’esposto, che ha ribadito il suo impegno: «Ho fatto solo il mio dovere: sta alla Procura verificare se ci sono infrazioni penali. Di segnalazioni ne farò altre: è nel mio ruolo, sono tenuta a farlo. Al consigliere Ferrari dico che non me ne vado: sono stata eletta per questo». L.C.

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