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La replica di Bassi a Salemi
«O menti o non conosci i fatti»

Andrea Bassi (Centro Destra Veneto)
Andrea Bassi (Centro Destra Veneto)
Andrea Bassi (Centro Destra Veneto)
Andrea Bassi (Centro Destra Veneto)

Si infiamma ancora una volta il dibattito sull’ospedale Orlandi e sulla sanità dell’ Ovest veronese. All’intervento di Orietta Salemi, consigliera regionale del Pd, risponde in toni accesi Andrea Bassi, bussolenghese e consigliere regionale del Centro Destra Veneto: «Salemi ha elencato, e non è la prima volta, una serie di motivazioni deboli e spesso insussistenti, quasi avesse una personale preoccupazione affinché il sito di Bussolengo sparisca per rafforzare gli altri esistenti: Borgo Trento, quello rinascente di Villafranca, Peschiera e Negrar. In questo caso, si sta proponendo di cancellare l’offerta sanitaria pubblica del Nord-ovest per lasciarla sostanzialmente in mano proprio a quella privata».

«Mi sembra ridicola l’affermazione principale», prosegue Bassi, «con la quale Salemi affossa il polo a due gambe di Bussolengo e Villafranca: siccome “sono passati parecchi anni dalla sua formulazione, se fino ad oggi non è stato realizzato significa che non sta in piedi” dice. Ma la consigliera del Pd o non conosce i fatti, e sarebbe grave, o mente sapendo di mentire. Chiunque sa che il progetto del polo a due gambe, dal 2013 in poi, non è mai partito solo per un motivo: i lavori di rifacimento di Villafranca sono in ritardo di parecchi anni. Lo chieda agli esponenti politici del Villafranchese, anche del suo partito, che da anni denunciano questa situazione».

«L’altra motivazione usata poi da Salemi per supportare la sua posizione, ovvero che eliminare Bussolengo non avrebbe conseguenze perché si tratta di un’area già adeguatamente servita, cozza decisamente con i numeri che ogni anno l’Orlandi registra: oltre 40mila accessi medi al Pronto soccorso. Denotano l’importanza che l’ospedale riveste per l’intero Baldo-Garda, che ricordiamolo non deve dare risposta solo alle esigenze dei residenti ma anche a quelle di oltre una decina di milioni di turisti. Mi spiega, secondo lei, dove troveranno risposte dopo la soppressione di Bussolengo questi utenti? Nel già oberato e, in certi mesi dell’anno praticamente irraggiungibile, Pronto soccorso di Peschiera? Ma lei, da cittadina veronese forse queste problematiche non le conosce, abituata a servirsi nelle comode strutture del capoluogo».

Non si tratterebbe nemmeno di campanilismo, secondo Bassi. «Perché», incalza il consigliere regionale e membro della Commissione Sanità, «con la chiusura di Bussolengo vengono penalizzati non solo i bussolenghesi, ma anche tutti i cittadini di un’ area che ha già visto la soppressione degli ospedali di Caprino e di Malcesine. Chieda ai suoi colleghi di partito di quei Comuni e di quelle zone quanti volantini hanno distribuito contro la chiusura dei loro nosocomi e, soprattutto, che fine hanno fatto le promesse di mantenimento dei Pronto soccorso e di riconversione delle strutture. Un Pronto soccorso, senza dietro reparti e servizi adeguati, prima o dopo viene inesorabilmente chiuso e/o trasformato in un Punto di primo intervento. Che è decisamente un’altra cosa».

Bassi conclude con un interrogativo a Salemi: «Se i poli ospedalieri a due gambe non funzionano, come ci comportiamo con le altre esperienze venete basate su questo modello? Camposampiero-Cittadella, Montebelluna-Castelfranco, Dolo-Mirano e Portogruaro-San Donà, giusto per fare alcuni esempi. Salemi e il Pd proporranno di chiudere pure quelle?». L.C.

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