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Kosovo, la terra di nove lingue
quattro alfabeti e tante guerre

Momenti di grande suggestione e intensità alla vernice della mostra fotografica, «Illumina le Tenebre. Desideri complessi di un’Europa taciuta», promossa dall’associazione Amici di Decani. La rassegna è visitabile fino a sabato a Villa Spinola a Bussolengo con orario 10-13 e 15-17 (sabato fino alle 20).

Attraverso le immagini di Federica Troisi, la mostra indaga le difficili condizioni di vita delle enclavi serbe in Kosovo e Metohija, nel villaggio di Velika Hoca, sulle colline di Metohija, dopo la guerra che dal 1991 al ’99 ha insanguinato la ex Jugoslavia e ne ha segnato drammaticamente la fine. «Una realtà ad un'ora di aereo da qui», ha sottolineato il sindaco Paola Boscani, «che interpella nostra coscienza».

«Le foto evidenziano gli stati emotivi di queste persone», ha spiegato padre Benedetto, monaco ortodosso del convento di Decani, «e ci mettono a contatto con i problemi della complessità. In Kosovo si parlano nove lingue, ci sono sette confessioni religiose, tre calendari, quattro alfabeti. Le azioni della vita quotidiana sono sottoposte ai problemi della sicurezza e dei relativi controlli, assicurati dall’Esercito italiano. Il più grave atto di violenza subìto dai cristiani fu il pogrom albanese del 2004, in cui 100, tra chiese e cimiteri della minoranza cristiana, furono distrutti e dati alle fiamme. Il simbolo di tutte le contrapposizioni è divenuto il monastero di Visoki-Decani, patrimonio dell’umanità inserito nelle liste Unesco, cuore della cultura cristiana in Kosovo e bersaglio di numerosi atti di vandalismo sia durante la guerra, sia a distanza di anni. Il problema politico è l’espulsione dei Serbi dal Kosovo: c’è un esodo verso il nord ed è in atto uno spopolamento significativo. I Serbi abitano in 300 villaggi e le enclavi sono controllate. Non sono garantiti i servizi essenziali e vige una netta separazione degli spazi tra serbi e albanesi, in una reale e pesante discriminazione. Queste popolazioni vivono in miseria, tra sogni affogati nelle sale gioco e nell’ alcol. Il progetto “Illumina le tenebre. Esplorare i desideri dei serbi del Kosovo” porta alla luce queste situazioni attraverso i volti dei protagonisti che parlano nelle immagini di Federica Troisi e le parole di Giovanni Lindo Ferretti».

«La disgregazione della Jugoslavia ha provocato in me un totale ribaltamento delle convinzioni»,è stata la testimonianza di Ferretti, cantautore fondatore del gruppo musicale dei Cccp Fedeli alla linea e scrittore, che ha raccontato la sua singolare vicenda umana. «Di tutto quello che credevo non è rimasto niente. Gli Jugoslavi sono vicini, sono il nostro prossimo. Eppure li percepiamo ancora come lontani. Queste foto dicono la tristezza infinita e la volontà di vivere di questo popolo». Della mostra è stato pubblicato un catalogo con 92 foto, commentate da Giovanni Lindo Ferretti.

Lino Cattabianchi

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