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Irrigazione,
il piano
con l’handicap

Un impianto irriguo in funzione
Un impianto irriguo in funzione
Un impianto irriguo in funzione
Un impianto irriguo in funzione

Giusto mentre in buona parte del Veneto ieri tornava a piovere dopo un bel po’ di tempo, cosa che peraltro potrebbe avvenire anche oggi, la Regione e gli enti che gestiscono le risorse idriche, presentavano a Mestre, nella sede regionale dell’Associazione nazionale bonifica italiana, un piano di interventi per l’irrigazione. Si tratta di una programmazione volta ad adeguare il sistema idrico regionale al nuovo clima, fatto di periodi siccitosi e violente precipitazioni, e a ridurre gli sprechi d’acqua.

Un’azione per la quale servono ingenti risorse, si parla di varie centinaia di milioni di euro, per reperire le quali è già iniziata una rincorsa nella quale i veneti, ed in particolare i veronesi, partono però penalizzati.

Il primo handicap è legato ai tempi. Domani doveva scadere il termine per la presentazione dei progetti che possono concorrere al finanziamento del Piano di sviluppo rurale nazionale (Psrn). Misura comunitaria che mette in gioco 300 milioni in tutta Italia per iniziative volte alla realizzazione di bacini ed interventi alle reti di distribuzione ed irrigazione che permettano un risparmio di risorse idriche compreso fra il 5 ed il 25 per cento. I consorzi di bonifica veneti erano già pronti a depositare 20 progetti esecutivi, per un valore totale di 147 milioni quando, su richiesta di alcune altre Regioni, è stato deciso di prorogare la scadenza al 30 agosto. «Noi avevamo fatto tutto in tempo e ora ci troviamo a veder aumentare la concorrenza», commentava ieri il direttore del Consorzio di bonifica Veronese Roberto Bin.

Il secondo problema è invece dovuto a una mancanza. Lo stesso consorzio Veronese ha pronto un piano da 20 milioni di euro che prevede la conversione degli impianti irrigui di tre aree. La prima, quella di Palazzolo, si estende fra Sona e Bussolengo, la seconda, di Prabiano, comprende Villafranca e Sommacampagna, e la terza è quella di Ca’ degli Oppi di Oppeano.

Si tratta di lavori che permetterebbero di ridurre del 60 per cento l’uso attuale dell’acqua ma che rientrano nel sistema dell’Adige. Il quale, per una curiosa dimenticanza, non è stato inserito nell’elenco nazionale dei fiumi più usati per l’irrigazione. Fatto che comporta una penalizzazione proprio per quanto riguarda i progetti finanziabili dal Psrn.

Questa situazione negativa non tocca invece l’altro dei venti progetti veneti riguardante il Veronese. Si tratta dell’intervento di sistemazione del Canale maestro, che è stato predisposto dal Consorzio Alta pianura veneta e ha un costo di 8 milioni. «Il canale risale al 1920 e c’è la necessità di ricostruirlo, visto che ha parecchie fessure, e di registrare prese e paratie», racconta il direttore dell’ ente, Gianfranco Battistello. La sistemazione del manufatto, che serve 3mila ettari di terreno posti fra San Martino Buon Albergo, Caldiero, San Bonifacio ed Arcole, permetterebbe di risparmiare il 40 per cento dell’acqua che esso trasporta.

Se per sapere se queste opere potranno essere realizzate con i soldi europei occorre attendere ancora qualche mese, mentre per capire se da noi potranno arrivare fondi dallo Stato è necessario aspettare il 2018. Il Governo ha infatti destinato 295 milioni del Fondo di sviluppo e coesione ad interventi alle infrastrutture irrigue per i quali verranno emessi bandi il prossimo anno. Già si sa, comunque, che l’80 per cento di quei soldi è destinato al Sud ed il restante 20 per cento al Centro-Nord. “Eppure”, afferma Giuseppe di Anbi Veneto, “proprio l’agricoltura ha favorito per prima l’incremento dell’1,2 per cento del Prodotto interno lordo del Veneto previsto nei giorni scorsi dall’Istat”. Per questo ha proposto che agli ipotetici 60 milioni che potrebbero arrivare da Roma e Bruxelles, la Regione ne aggiunga 80, stanziandoli in 10 anni. Su questo l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan non si è sbilanciato, per assicurando l’impegno ad impegnarsi sul fronte nazionale ed anticipando che proporrà la creazione di un piano regionale per l’irrigazione.

Luca Fiorin

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