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«Il tempo interminabile
di quella scossa»

Amatrice: una breve pausa dei soccorritori esausti
Amatrice: una breve pausa dei soccorritori esausti
Amatrice: una breve pausa dei soccorritori esausti
Amatrice: una breve pausa dei soccorritori esausti

Ero a Torrita, frazione di Amatrice, tra il 15 ed il 19 gennaio, come coordinatore regionale del Dipartimento solidarietà emergenze (Dse) della Federazione italiana cuochi. La scossa che ha innescato la tragedia dell'hotel Rigopiano è un ricordo terribile: con i sette componenti veneti della squadra quella mattina eravamo nella tenda-cucina. Un boato alle 10.20, tutto che cade e la paura che ti fa scappar fuori da una tenda che non sarebbe crollata mai: quel 5.3 Richter, però, annullava la razionalità. Rimane questo nella mente, la paura, il tempo interminabile di quella scossa e lo sguardo smarrito delle persone. Quel che mi ha impressionato di più, però, è stata l'impossibilità delle persone a pensare a una nuova normalità. In quei giorni, stando con la gente, ho respirato la stessa aria di chi sopravviveva senza alcuna capacità di guardare a qualcosa di simile ad un futuro. Ma c'è anche un ricordo che mi commuove: l'unione, la compattezza di tutte le persone mobilitate per aiutare ed il grande cuore delle forze dell'ordine. Più di una volta, anche se era pomeriggio, sono arrivati i carabinieri: appena aperta una via di comunicazione passavano chiedendo qualcosa da portare alle persone di zone rimaste isolate per le nuove scosse e la neve. Se il Dse ha garantito per 365 giorni il servizio di mensa, gli chef italiani hanno voluto fare di più donando al Comune di Amatrice un furgone per il trasporto di persone.

* Chef di Costeggiola di Soave

Nicola Andreetto *

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