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Drone in arrivo per la Protezione

L’acquisto del drone per la Protezione civile sarà sostenuto in parte con un contributo regionale
L’acquisto del drone per la Protezione civile sarà sostenuto in parte con un contributo regionale
L’acquisto del drone per la Protezione civile sarà sostenuto in parte con un contributo regionale
L’acquisto del drone per la Protezione civile sarà sostenuto in parte con un contributo regionale

La Protezione civile di San Giovanni Lupatoto avrà presto a disposizione un drone professionale da impiegare per le attività di ricerca delle persone scomparse e per quelle di sicurezza stradale. L’amministrazione comunale ha infatti adottato un provvedimento per la fornitura dell’apparecchiatura (con tutte le dotazioni e completa di accessori) per una spesa di circa 18mila euro più Iva. L’acquisto, informa la determina comunale, avverrà attraverso il Mercato elettronico della Pubblica amministrazione cercando il prezzo più basso per il drone. L’esborso sarà in parte sostenuto da un contributo regionale di 12.800 euro grazie ai fondi resi disponibili nel 2016 e poi rifinanziati dalla Regione in favore delle associazioni di volontariato per l’acquisto di dotazioni per le attività di protezione civile. Ricordiamo che il drone è un sistema aeromobile a pilotaggio remoto, che viene usato di solito per monitorare il territorio. Si tratta infatti di un piccolo velivolo, dotato di telecamera, in grado di effettuare una videosorveglianza aerea nel rispetto delle normative di sicurezza e della privacy. Il provvedimento comunale precisa anche che il dispositivo che si intende acquistare verrà utilizzato anche per eventuali attività inerenti la sicurezza stradale. Dell’acquisto di un drone da parte del Comune si era parlato anche nel marzo 2015, quando una delibera di giunta - al tempo il sindaco era Federico Vantini - aveva dato indicazione agli uffici municipali, tramite un apposito atto di procedere in tal senso. Nella delibera di tre anni fa si precisava che il dispositivo poteva essere usato «per il rilievo dei sinistri stradali, il monitoraggio delle discariche, il controllo dell’attività edificatoria, le verifiche del territorio per prevenire situazioni di criticità in funzione di protezione civile, la dislocazione del personale in occasione di manifestazioni sportive e culturali con consistente concentrazione di persone». Agli uffici, inoltre, era stato chiesto di verificare quali autorizzazioni fossero necessarie per poter utilizzare il drone. «A tale scopo saranno richiesti i pareri del Prefetto, dell’Enac e delle altre autorità competenti», diceva il provvedimento municipale del 2015. Era stato anche previsto che per pilotare il drone uno o più dipendenti comunali dovessero frequentare un apposito corso. In attesa di acquistare il mezzo doveva essere valutata la possibilità di prenderne uno a noleggio per avviare la sperimentazione. La decisione di tre anni fa aveva subito suscitato fra la cittadinanza qualche perplessità per il «balzo in avanti» a livello tecnologico. Ma l’allora sindaco Vantini aveva difeso la scelta. «Sulla sicurezza non mollo: c’è un nodo sostanziale da risolvere, che non è un’emergenza come qualcuno vuol far credere, ma una condizione oggettiva che abbiamo ereditato negli ultimi decenni», aveva dichiarato all’epoca Vantini. «Una battaglia però non si fa a proclami, ma con iniziative concrete a favore dei cittadini». Una di queste, secondo il sindaco, poteva essere proprio l’utilizzo di un drone. Sul tema anche le forze politiche di opposizione avevano avanzato dubbi sull’opportunità dell’acquisto dell’apparecchiatura. Fdi-An di San Giovanni Lupatoto in una presa di posizione pubblica aveva rilevato che «il 7 luglio 2015, il giorno stesso della caduta, l’amministrazione comunale ha deliberato di dare indirizzo al dirigente competente di noleggiare un «drone» per cinque interventi finalizzati all’analisi aerea di zone oggetto di criticità di natura edilizia, ecologica e geologica». «E il tanto strombazzato uso in funzione di sicurezza?», si chiedeva il movimento della destra. «Anche Vantini si è dovuto rendere conto della realtà dei nostri dubbi sulla possibilità di sorvolare a piacimento il territorio comunale per monitorarlo in funzione della sicurezza, riprendendo quartieri e zone agricole, abitazioni, veicoli e persone, perché tale uso è prima di tutto condizionato dalla normativa sulla privacy. Cosa diversa sono interventi puntuali e programmati, dalla durata limitata, per sorvolare, ad esempio, aree dove si sospetta vi sia stato un abuso edilizio». A distanza di tre anni da quelle polemiche, il drone è ora in arrivo. •

Renzo Gastaldo

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