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Dimezzati fino a giovedì
i prelevamenti dall’Adige

In Veneto continuerà a permanere lo stato di «crisi idrica» sino a giovedì. Per il Veronese, ciò significa che i prelevamenti dall’Adige per l’irrigazione sono dimezzati rispetto a quelli normalmente autorizzati per questo periodo. Questa è la fotografia della situazione di emergenza attuale che viene dalla lettura dei provvedimenti regolamentari emanati dalla Regione. Il presidente Luca Zaia, infatti, ha già emesso su questo tema due ordinanze, in base alle quali lo stato di crisi è in atto dal 16 maggio scorso. Dal punto di vista dei rilevamenti la situazione, come spiega il responsabile dell’Osservatorio acque interne dell’Arpav Italo Saccardo, è di «equilibrio precario. Nei giorni scorsi, mentre da noi ci sono state poche piogge, in Trentino le precipitazioni sono state più continue per cui attualmente l’Adige ha una portata sufficiente per rispondere alle richieste. Ora bisogna vedere che cosa succederà nei prossimi giorni, le previsioni non preannunciano comunque precipitazioni, per capire come si evolverà la situazione», continua Saccardo. Rammentando che in anni simili a questo il periodo più critico si è verificato a fine giugno. L’ultimo Rapporto sulla risorsa idrica dell’Arpav, che è del 31 maggio scorso e che descrive una situazione che da allora non si è praticamente modificata, dice che lo scorso mese sono caduti 79 millimetri di acqua (la media del periodo degli ultimi 23 anni è di 112) e conferma la scarsità delle riserve, sia nei bacini che nei nevai, che lo scarso livello delle falde, per quanto quest’ultimo dato sia un po’ migliorato in alcune aree. Come sostiene Nicola Dell’Acqua, direttore dell’Arpav, prima o poi, anche se è costoso, si dovrà intervenire «perché, anche se dovesse verificarsi qualche annata più piovosa, il problema dell’irrigazione per l’agricoltuta prima o poi si ripresenterà». LU.FI.

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