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«Al campo c’era bisogno
anche dell’ascolto»

Da tendopoli a campo di accoglienza: a questo obiettivo ha lavorato la Croce rossa ad Ancarano, una micro frazione a sei chilometri da Norcia. Dal 14 al 21 gennaio ero là. Al gruppo appartengono anche Alberto Antonio Multari e Renza Tosi impegnati in altri momenti e in altre località. Sono stato destinato al Posto medico avanzato del campo allestito nell’area polivalente del paese. Il lavoro quotidiano si divideva tra la gestione della mensa per gli anziani, le donne e i bambini che stavano stabilmente lì e i pasti per quanti lavoravano nel post-sisma. Ascolto, abbiamo messo a disposizione della popolazione l’ascolto, perché bisognava far passare il tempo e occuparlo nell’attesa di quelle casette per cui si stava spianando una vasta area a ridosso del campo. Pomeriggi passati a disegnare e a colorare con i bambini, ma anche a giocare, e delle ore dedicate ad ascoltare il racconto delle persone anziane sulla loro vita, il loro lavoro. Qualcuno partiva alle prime luci dell’alba per andare ad accudire le proprie greggi e tornava all’imbrunire. Si riempiva il tempo, ma non ho mai visto disperazione o scoramento: ho visto la consapevolezza che il terremoto e le sue devastanti conseguenze fossero solo un capitolo della vita, non il tutto. Era un momento di attesa, ma di qualcosa che stava per accadere e verso il quale si nutrivano speranze.

* Volontario del Comitato Est veronese di San Bonifacio della Croce rossa

Luigino Cristofori *

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