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Tutto in totale sicurezza con imbraghi e back-up E i droni per tirare le linee

Si è  assicurati con un imbrago da arrampicata (foto Enrico Andreis)
Si è assicurati con un imbrago da arrampicata (foto Enrico Andreis)
Si è  assicurati con un imbrago da arrampicata (foto Enrico Andreis)
Si è assicurati con un imbrago da arrampicata (foto Enrico Andreis)

Il parco delloYosemite, in California, oltre che forziere di incredibili tesori naturali, è una delle patrie mondiali dell’arrampicata. È lì che sul finire degli anni Settanta è nato lo slacklining. Gruppi di scalatori tiravano una corda (la slackline, per l’appunto) da arrampicata fra due supporti, spesso due alberi, ad un’altezza di qualche decina di centimetri da terra e ci camminavano sopra. Un modo per affinare l’equilibrio e la concentrazione. L’highline ne è una variante: la fettuccia piatta di nylon o poliestere, larga poco più di due centimetri, è tesa ad altezze notevoli. Le funi vengono attaccate ad alcuni spit, come quelli utilizzati nella chiodatura di vie di arrampicata. Come a Spiazzi, c’è anche una corda di back-up, utilizzata nel caso si spezzi la prima, che viene ancorata separatamente. Montare una highline non è così semplice. Spiega Andrea Agostini: «All' inizio e per le linee corte (fino a 80 metri circa) utilizzavamo l' arco o la balestra, o dove possibile si può anche passare 'a mano' camminando lungo il bordo della montagna». «Sempre più spesso», continua, «e soprattutto per le linee più lunghe, utilizziamo un drone con un filo da pesca per la connessione, successivamente viene passato un cordino di 4-5 millimetri e con quello riusciamo poi a passare la highline, che è costituita di due fettucce incastrate insieme, la mainline (linea principale) su cui camminiamo e il back-up». La disciplina, molto popolare oltre che negli Stati Uniti anche in Sud America, ha cominciato a diffondersi anche in Italia solamente negli ultimi anni, e di pari passo sono comparse le aziende che producevano i materiali e le attrezzature adatte. «Sono stato anche all’estero», racconta Andrea, «ma mi sono reso conto che i posti più belli li abbiamo noi». Oltre che a Spiazzi, lui e suoi amici hanno teso highline temporanee anche sul Garda e a Bocca Navene, vicino al rifugio Graziani. «C’è una comunità meravigliosa ed è una passione che sta contagiando tantissime persone». RI.VER. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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