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«Trimelone, anche lo Stato faccia la sua parte»

«Come promesso all’Amministrazione di Brenzone nell’agosto dello scorso anno, quando mi recai in sopralluogo, oggi confermiamo la disponibilità al completamento dei lavori di bonifica dell’area di Trimelone, ma prima vogliamo un piano preciso degli interventi in quanto, nonostante la bonifica occasionale che le forze del ministero della Difesa stanno compiendo, qui occorre una bonifica sistematica per la quale servono risorse certe». Con queste parole l’assessore alla protezione civile della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, presente insieme alla collega ai lavori pubblici, ha sottolineato l’obiettivo di rimuovere a breve gli ordigni bellici fino a una quota sufficiente a creare una «green- zone» di fruibilità, durante la riunione tenutasi in prefettura in cui, con il comando interregionale delle forze del ministero della Difesa e in particolare della Marina militare e le altre forze dell’ordine, si è fatto il punto sul prosieguo degli interventi intorno all’isola del lago di Garda.

I palombari della Marina militare hanno finora completato il 50 per cento della bonifica degli ordigni esplosivi rinvenuti nei fondali. Le operazioni, svolte dai palombari del Gruppo operativo subacquei dislocati presso il Nucleo Sdai di Ancona (Sminamento difesa antimezzi insidiosi), hanno finora portato a individuare e rimuovere circa 200 ordigni esplosivi, quali proiettili di medio e grosso calibro, bombe di vario genere, spolette e detonatori. In particolare, è stata rinvenuta una cassa che conteneva 1.000 detonatori, manufatti esplosivi molto sensibili utilizzati per innescare le cariche principali degli ordigni, la cui stabilità era compromessa dal degradato stato di conservazione.

«SI TRATTA di una problematica conosciuta da tempo», spiega l’assessore Bottacin, «su cui come Regione già negli anni scorsi avevamo analizzato alcune possibili soluzioni e trovato parte della copertura finanziaria, che si sarebbe dovuta completatare da una equivalente cifra statale. Ora, continuando su quel percorso, siamo disponibili a riattivare ulteriori interventi per portare lo sminamento a una profondità di tutta sicurezza riducendo ogni attività rischiosa intorno all’isola e lungo il corridoio che la collega alla terra ferma affinché torni nuovamente fruibile questo bel sito a tutti gli interessati».

«Nonostante il disimpegno statale», ha concluso l’assessore, «al momento la Regione ha comunque confermato il suo impegno, mantenendo fermi i 350.000 euro di risorse regionali individuate, che però impegneremo solo se saranno sufficienti a dare una soluzione al problema e non si trasformeranno in un tampone non risolutivo a una mancanza statale».

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