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Trimelone, è arrivato l’anno della bonifica

Parte delle bombe ripescate al largo del Trimelone
Parte delle bombe ripescate al largo del Trimelone
Parte delle bombe ripescate al largo del Trimelone
Parte delle bombe ripescate al largo del Trimelone

Gerardo Musuraca «La gara per la bonifica dell’isola del Trimelone è stata avviata il 28 dicembre tramite la centrale unica di committenza dell’Unione Montana. Il 25 gennaio ci sarà l’apertura delle buste e sapremo chi farà i lavori, nel 2018, che porteranno ad avere il Trimelone finalmente e definitivamente Bomb - free». A dare l’annuncio è il sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli. A poche settimane dall’accordo sottoscritto con la Regione Veneto che, su proposta dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin, ha finalmente sbloccato il denaro (fino a 350 mila euro) che la Regione aveva stanziato nel 2009, il Comune sta cercando di stringere i tempi per arrivare, possibilmente entro la fine dell’estate 2018, a liberare la piccola lingua di terra dai rimanenti ordigni inesplosi che ancora si trovano nelle acque che circondano l’isolotto. Altri 350 mila euro sono disponibili grazie al lavoro che la Marina e l’Esercito hanno fatto e faranno al Trimelone. Con al massimo 700 mila euro, dunque, quest’anno dovrebbe portare a conclusione la bonifica, iniziata coni primi interventi ormai una decina d’anni fa. Due le ditte che si possono contendere l’appalto da 425 mila euro: sono la Sitmar sub società cooperativa, che ha sede al Lido di Venezia, e la Miar Sub Srl di Maccarese, in provincia di Roma. Scorrendo l’albo presente sul sito del ministero dell’Interno, direzione dei Lavori e del Demanio, c’è l’elenco di tutte le aziende d’Italia specializzate in bonifica da ordigni esplosivi e residuati bellici e, nel caso del Trimelone, si sono dovute individuare le ditte certificate per lavorare oltre i 40 metri di profondità nell’ acqua, ma anche abilitate per le bonifiche terrestri. Solo due, in tutta Italia, possiedono i requisiti per fare questo delicato lavoro e, come da conferme ricevute a livello ministeriale, le stesse sono state invitate a partecipare al bando emanato a fine dicembre. Ma cosa c’è da fare all’isola che, nel 1954, era stata teatro di un vastissimo incendio e di esplosioni durate tre giorni consecutivi con conseguente spargimento di ordigni, sia sul terreno che in acqua tutto intorno? A stabilirlo è il bando di gara che, però, «risulta secretato», come hanno confermato dal municipio, «poiché si tratta di bonifica di ordigni». In sintesi, si può apprendere cosa resti da fare, dopo il lavoro svolto dalla Marina militare di Ancona e dall’Esercito nei mesi scorsi, leggendo il progetto presentato in Prefettura e al ministero della Difesa e dell’Interno. «L’appalto», si legge, «ha per oggetto la bonifica terrestre e subacquea, preventiva e sistematica, da ordigni esplosivi residuati bellici in continuazione degli interventi già eseguiti negli anni precedenti. In particolare, i recenti interventi di bonifica occasionale eseguiti dalle varie Forze Armate, terminati nel mese di settembre 2017, hanno portato alla luce circa 24 mila ordigni e hanno comportato una spesa di circa 140 mila euro, di cui centomila a carico della Marina militare italiana e 40 mila a carico dell’Esercito Italiano». «Gli interventi hanno ridotto l’elevato livello di rischio connesso alla presenza di migliaia di ordigni esplosivi residuati bellici», si legge inoltre, ma restano ora da creare un «corridoio di accesso in sicurezza all’Isola partendo da Assenza e la banchina sul lato est del Trimelone, con bonifica subacquea dei fondali fino alla profondità di 50 metri per garantire l’ancoraggio di mezzi nautici», e poi ancora la «prosecuzione dell’attività di bonifica bellica sistematica subacquea nei settori di fondale adiacente al perimetro dell’isola anche oltre i 40 metri di profondità e fino ai 50». Ci saranno da realizzare il «taglio della vegetazione» e gli «apprestamenti di sicurezza sull’isola e sulla terraferma, funzionali all’esecuzione delle attività di bonifica dei fondali, quali: un’ area di atterraggio per elisoccorso, una per lo stazionamento in camera iperbarica, superfici necessarie per l’apprestamento logistico ad uso ufficio, spogliatoio e servizi igienici, spazi destinati alla selezione ed allo stoccaggio temporaneo dei materiali provenienti dai lavori di bonifica subacquea». Insomma: l’ultima pagina di storia della bonifica di uno dei siti più carichi di ordigni di tutta Italia sarà scritta da una delle due ditte che, dopo il 25 gennaio, verrà a lavorare a Brenzone. Si dovranno individuare e georeferenziare le bombe che poi i palombari della Marina militare dovranno portare in superficie, stoccare ed eliminare. «Si avvicina», ha chiuso il sindaco, «il momento in cui il Trimelone sarà restituito alla pubblica utilità e ai cittadini di Brenzone. Terminati i lavori, valuteremo cosa fare della nostra isola». •

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