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Svolta per la funivia di Prada
La società ora cambia pelle

La seggiovia, secondo «tronco» della risalita da Prada a Costabella
La seggiovia, secondo «tronco» della risalita da Prada a Costabella
La seggiovia, secondo «tronco» della risalita da Prada a Costabella
La seggiovia, secondo «tronco» della risalita da Prada a Costabella

La Società «Prada Costabella» appartenente ai Comuni di Brenzone e San Zeno si trasforma e diventa «in house providing», una sorta di gestione in proprio. E, nei prossimi mesi, rinuncerà ai due milioni di euro dei fondi Fas ottenuti anni fa per il rinnovo dell'impianto di Prada perchè «porterà avanti un accordo con la Funivia di Malcesine». A stabilirlo è stato il Consiglio comunale di Brenzone cui, lunedì, si aggiungerà poi il via libera da parte di San Zeno.

«Questa trasformazione è positiva ed è un grande passo avanti verso la riapertura della funivia di Prada», ha annunciato il sindaco, Tommaso Bertoncelli. «Il passaggio della società a “in house“, infatti, consentirà ai due Comuni, proprietari al 50 per cento ciascuno dell'impianto di Prada, di esercitare un migliore controllo sulla società. Inoltre questo favorirà il via libera all'accordo con la Funivia di Malcesine perchè quest'ultima si faccia carico di progettare e garantire la riapertura degli impianti di Prada», chiusi ormai da fine agosto 2013.

Con otto voti a favore della maggioranza e due astensioni di Ivano Brighenti e Michela Donatini della minoranza, l'amministrazione ha modificato alcuni articoli del vigente statuto della Prada-Costabella in modo da «farla diventare l'equivalente di un ente pubblico a tutti gli effetti», com'è stato ribadito, «e permettere così un percorso molto più agevole e diretto verso l'accordo con la Funivia di Malcesine».

Ma perché si impone la rinuncia ai due milioni di euro ottenuti anni fa grazie ai fondi Fas per il progetto di riapertura dell'impianto? «In pratica», hanno proseguito dalla maggioranza, «questi soldi non sono volturabili nè "girabili" ad Atf da parte della Prada-Costabella che li aveva ottenuti. E, da soli, non garantirebbero comunque quanto necessario per sistemare e fare ripartire l'impianto di Prada». «Quindi», ha ribadito il vicesinadco, Aldo Veronesi, «pur a malincuore, rinunceremo ai due milioni in cambio della garanzia che sarà la Funivia di Malcesine a intervenire e fare riaprire la funivia di Prada».

La minoranza consiliare è rimasta perplessa «per la scelta di rinunciare ai fondi Fas», ha ribadito Ivano Brighenti, «e anche se pensiamo che la strada intrapresa sia giusta non siamo in grado di dire se tecnicamente sia opportuno rinunciare ai due milioni. Facciamo notare che, da tre anni, gli impianti sono chiusi e sono stati spesi più di 100 mila euro per una progettazione troppo ambiziosa che ora non servirà più». Dello stesso avviso Michela Donatini: «Il metodo seguito, visto che da oltre sei mesi chiediamo spiegazioni inutilmente su Prada, non ci trova concordi. Ad oggi, non abbiamo notizie nè sull'accordo, nè sul progetto che sarà seguito».

A entrambi hanno replicato il primo cittadino e il vice. «La Funivia di Malcesine ha approvato nel Consiglio di amministrazione un accordo che ora andrà sottoposto alla assemblea dei soci (Provincia, Camera di Commercio e Comune di Malcesine) e quindi, per rispetto a loro, non ne divulghiamo adesso i contenuti. Ma l'accordo c'è, è scritto e prevede l'intervento diretto della Funivia di Malcesine che, come solidità, esperienza e mezzi economici, ci garantisce di arrivare alla riapertura degli impianti. Di questo dobbiamo ringraziare Provincia, Camera di Commercio, comune di Malcesine e, soprattutto, il presidente della Funivia Daniele Polato perchè hanno dato disponibilità e certezze che, finora, non c'erano mai state», ha detto Bertoncelli. «Una parte della progettazione fatta», ha chiuso il vicesindaco, «peraltro sarà riutilizzata, cioè non verrà persa».

«L'accordo tra Atf e la Prada-Costabella Srl, di cui sono soci i comuni di Malcesine e Brenzone, sarà reso noto nei dettagli nelle prossime settimane», è stato detto in Consiglio a Brenzone. «Ma, grazie alle garanzie e al testo cui lavoriamo politicamente da un anno, abbiamo il testo scritto, che dà garanzie di riapertura degli impianti. La trasformazione della Prada-Costabella in società in house dei due comuni è un passaggio tecnico suggeritoci da pareri legali e confronti tecnici per riuscire ad abbattere i tempi per rendere operativo l'accordo sancito, di fatto, tra due enti pubblici.

La rinuncia ai fondi Fas che sarà fatta non deriva dalla trasformazione della società, ma dalla impossibilità di usare questi soldi tramite Atf», hanno concluso da Brenzone.

Gerardo Musuraca

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