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Sui pascoli a eliminare l’erba velenosa

Dall’Oriente al freddo del Baldo. Col desiderio di lavorare, anche raccogliendo un’erba velenose per greggi e mandrie, il Senecio Sudafricano, che si sta diffondendo tra le malghe. È stata approvata dalla giunta di Ferrara di Monte Baldo la delibera su «percorsi di formazione e tirocini volontari gratuiti a favore dei cittadini stranieri e richiedenti asilo». Include, appunto, il protocollo tra Prefettura, Comune e cooperativa Spazio Aperto di Bussolengo che, da gennaio, segue 41 emigrati, tra i 18 e 25 anni, accolti da settembre 2014 all’Hotel ristorante del Baldo in centro. L’idea nasce per coinvolgere questi ragazzi in attività gratuite che, oltre ai corsi di alfabetizzazione, li integrino meglio nella comunità ma anche da un «buon esempio»: Abu Hossain, 25 anni del Bangladesh che, da tempo, si dà fare aiutando in piccoli lavoretti anche gli anziani del paese.

Il sindaco Paolo Rossi, premettendo «che la presenza di queste persone non ha mai comportato problemi», pur notando «che un’attività turistica non dovrebbe trasformarsi in ente assistenziale», aggiungendo «che 41 richiedenti asilo sono un numero eccessivo per un centro con 32 residenti», fa di «necessità virtù».

«Augurandoci che questa situazione di profughi, ospitati in alloggi turistici, sia risolta al più presto dalla Prefettura con una più equa distribuzione», dice, «questa convenzione valorizza la loro presenza attraverso un impiego gratuito. Il prossimo passo, firmato il protocollo con la Prefettura, sarà un accordo con la Cooperativa sociale Centro di Lavoro don Calabria di Verona che gestisce il Parco naturalistico scientifico di Novezzina - Orto botanioco, rifugio e osservatorio - che è disposta a impiegare i ragazzi per pulizie e piccola manutenzione dell’Orto e per la disinfestazione dal Senecio».

«Una specie erbacea velenosa», spiega il professor Daniele Zanini, direttore scientifico dell’Orto, «che va estirpata e bruciata perché tossica per gli animali d’alpeggio attraverso i quali, essiccato, può entrare nella nostra catena alimentare». E la cuidiffusione si sta allargando. Prosegue Rossi: «Da tempo abbiamo visto la bella disponibilità di un ragazzo ospite. Così abbiamo pensato alla convenzione per impiegarlo nel lavoro volontario. Purtroppo abbiamo un solo dipendente che potrebbe affiancarlo e così, vista la necessità manifestata dal professor Zanini, abbiamo cercato l’alternativa».

Precisa Gianfranco Zavanella, direttore della Cooperativa Sociale Centro di Lavoro don Calabria. «Altri due giovani potrebbero svolgere tirocini da noi con nostri operatori e Zanini li seguirebbe nell’operazione Senecio. Una bella occasione d’arricchimento». La convenzione, come precisa Rossi, è standard: «Abbiamo pensato di limitarci a tre volontari».

«Così», spiega Nadia Gobbo, coordinatrice del progetto immigrazione, «i ragazzi si sentiranno utili e faranno altre attività in attesa d’essere sentiti dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Verona. L’anomalia dell’accoglienza di richiedenti asilo in una struttura alberghiera», ammette, «con numeri così alti rispetto ai residenti è condivisibile. Come spesso ci ha risposto la Prefettura si risolverebbe se tutti i Comuni fossero disposti all’accoglienza».

Chiude la presidente Lucia Zanoni: «Farevolissimi. Questa disponibilità è ossigeno per i ragazzi che possono avere una vita diversa dalla routine degli alberghi».

Barbara Bertasi

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