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Stop al bracconaggio Scendono in campo i consiglieri regionali

«Il Veneto è molto spesso teatro di incidenti di caccia ma, soprattutto, di atti di bracconaggio: siamo in una sorta di far west. Bisogna trovare una soluzione a questo problema e bisogna agire in fretta». A scriverlo sono stati sette consiglieri regionali veneti. La prima firma è quella di Andrea Zanoni ma tra i firmatari ci sono anche Orietta Salemi di Verona e la collega vicentina Cristina Guarda, già autrice di interrogazioni e di un ordine del giorno sull'ospedale di Malcesine, oltre a Pigozzo, Ruzzante, Fracasso, Dalla Libera. Subito dopo il ritrovamento di un cinghiale mutilato delle zanne e ucciso probabilmente con una fucilata a San Zeno, è arrivato lo scritto dei politici regionali con l'indice puntato contro gli atti di bracconaggio. Secondo il consigliere Cristina Guarda, «anche il monte Baldo non fa eccezione, visto che non è la prima volta che accadono fatti di questo genere». La politica vicentina conosce le zone, ha referenti nell'alto Garda e conferma: «Ho sottoscritto l'interrogazione perché ritengo che la situazione sia molto grave in tutto il Veneto. Anche alcune aree del Veronese non sembrano esenti da questi pessimi fenomeni». Nell’interrogazione indirizzata al presidente della giunta, Luca Zaia è scritto: «Durante la stagione venatoria 2017-2018 si sono verificati numerosi incidenti e abusi, nonché diversi atti di bracconaggio. In materia di abbattimenti di uccelli selvatici l’Italia è anche oggetto di un procedimento di preinfrazione». Di qui la richiesta di sapere «quali iniziative sono in corso attualmente per prevenire gli atti di bracconaggio e i rischi connessi all’uso di armi da caccia per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini del Veneto». E il monte Baldo, come hanno detto da Venezia, non pare oggi fare eccezione. •

G.M.

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