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«Spazi non ne abbiamo
Ciò che c’è è dei privati»

Profughi ospitati a Prada
Profughi ospitati a Prada
Profughi ospitati a Prada
Profughi ospitati a Prada

La questione è davvero caldissima, specie sulla riviera scaligera del lago. Nei mesi scorsi infatti, complice anche la azione di Federalberghi, la sponda gardesana aveva ottenuto una sorta di «moratoria» rispetto all'arrivo dei richiedenti protezione internazionale. Ora però la situazione sembra destinata a cambiare. In questi giorni, in via informale, c’è stato un confronto telefonico fra vari i sindaci gardesani per cercare di capire quale sia la linea da seguire. Per comuni come Brenzone, che ha poco più di 2 mila e 500 residenti, significherebbe accogliere circa otto profughi. Per Torri, che di abitanti ne ha qualcuno in più di tre mila, nove, e così via per tutti gli altri. Reazioni ufficiali da parte dei sindaci, al momento, non ce ne sono «per evitare polemiche preventive», ha sottolineato qualcuno, ma è evidente che, più che l'eventuale numero di profughi, spaventa la modalità con cui queste persone dovrebbero essere accolte, almeno nei piccoli comuni.

Nell’alto Garda il problema è sentito. A Brenzone, ma solo a taccuino chiuso, confermano infatti che non sarebbe un problema accogliere otto persone, ma il problema è dove accoglierle. «Qui non abbiamo appartamenti di proprietà comunale, non abbiamo sedi da poter mettere a disposizione, né altri centri di accoglienza di cui poter usufruire», spiegano. «Tutto ciò che c'è è dei privati. E quindi che si dovrebbe fare? Si dovrebbero forse requisire le proprietà private?», si chiedono nell'alto lago. E non è tutto.

Da Brenzone inoltre viene ricordato anche un aspetto particolare della situazione attuale. In un hotel di Prada, infatti, dall'ottobre 2015 sono ospitati circa 80 profughi e, vista la vicinanza col confine di Brenzone, spesso molti «sconfinano» nel territorio di quest'ultimo paese. «Abbiamo avuto dei problemi», si è limitato a confermare il sindaco, Tommaso Bertoncelli, «e abbiamo dovuto chiedere più volte alla cooperativa che li gestisce di tenerli più sotto controllo dato che, ad esempio il nuovo campetto da calcio del nostro Comune era praticamente occupato a tutte le ore da queste persone, compresa la notte, con accensione delle luci e altri problemi al manto sintetico, nei mesi scorsi. La gente si era lamentata, ma ora la situazione parrebbe normalizzata». G.M.

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