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Sparito il lettino da campo
fatto costruire da Napoleone

Il letto da campo che  Napoleone fece costruire e poi destinò alla moglie Maria Luisa
Il letto da campo che Napoleone fece costruire e poi destinò alla moglie Maria Luisa
Il letto da campo che  Napoleone fece costruire e poi destinò alla moglie Maria Luisa
Il letto da campo che Napoleone fece costruire e poi destinò alla moglie Maria Luisa

Manca il letto pieghevole da campo di Napoleone, al Museo Napoleonico di Rivoli. Al suo posto ci sono un divanetto, una poltrona, alcune fotografie esposte in una bacheca. Nessuno sa con certezza dove Sia finito. Ma la nuova associazione «Rivoli la storia il territorio», che gestisce il Museo Napoleonico per conto della famiglia Da Prà Galanti, proprietaria della collezione, ha tutta l’intenzione di riportarlo a casa. Con l’appoggio dell’amministrazione comunale. Non è un letto qualunque, infatti. È quello che fu fatto costruire da Napoleone e che lui regalò alla moglie Maria Luisa per i suoi viaggi. «Questo è uno degli originali e deve assolutamente tornare a Rivoli», spiega il coordinatore dell’associazione, Tiziano Cristofaletti.

Il letto pieghevole è, anzi sarebbe, un pezzo da novanta da esporre con l’intera collezione del museo in piazza, chiuso per lavori e riaperto al pubblico ieri e oggi (dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30; visita guidata alle 15; ingresso libero) in occasione del duecentoventesimo anniversario della Battaglia di Rivoli, combattuta tra francesi e austriaci il 14 gennaio 1797. Un pezzo che è stato prestato anni fa dal proprietario, Lorenzo Da Prà Galanti, nipote del professor Luigi Galanti che nel 1973 volle aprire a Rivoli un museo colmo di uniformi, armi, mobili, armi, reperti legati alla battaglia, libri e documenti. Sono passati gli anni, ma il lettino non è più tornato al museo rivolese. Secondo alcuni si troverebbe all’Isola d’Elba, in Toscana, al Museo nazionale delle Residenze napoleoniche di Portoferraio. Secondo altri sarebbe invece in un museo di Salò oppure al Vittoriale, nella casa-museo di D’Annunzio a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda in entrambi i casi. «Il suo posto è a Rivoli, non si è mai parlato di una donazione ma sempre di un prestito», riprende Cristofaletti. «Approfondiremo e poi andremo a riprendercelo». Con il suo gruppo da un lato sta procedendo nella sistemazione del museo dopo un anno cdi chiusura e, dall’altro, sta ultimando un progetto che prevede la valorizzazione della collezione napoleonica e la creazione di un museo diffuso sul territorio. «Vogliamo portare il visitatore anche fuori dalle sale», continua, «lungo percorsi da fare a piedi, in bicicletta o a cavallo per scoprire alcuni punti legati alla battaglia del 1797 e da cui oggi si può osservare il territorio da postazioni privilegiate. Pensiamo anzitutto al monte Castello, dove in seguito fu costruito il Forte, alle colline moreniche in località Trombadore, tra Rivoli e Caprino, e al monte Pipalo a sud». Promette, però, che tanta attenzione a quello che sta fuori dal Museo non toglierà attenzione a quanto c’è dentro, da vedere. E a quello che non c’è più. «Il compito numero uno dei prossimi mesi è ritrovare il letto pieghevole e riportarlo a casa», ribadisce Cristofaletti.

Dello stesso avviso il sindaco Armando Luchesa e il suo vice Luca Gandini, intenzionati con tutta l’amministrazione a inserire Rivoli tra le mete del turismo culturale. Al loro fianco il Consorzio di promozione turistica Lago di Garda Veneto e Federalberghi Garda Veneto: i presidenti, Paolo Artelio e Marco Lucchini, ieri hanno visitato il Museo. In costume d’epoca c’erano per l’Associazione Napoleonica d’Italia il presidente, Massimo Zanca, e altri aderenti. «Questa è la Rivoli che vogliamo», dice Luchesa, e Gandini ricorda: «In municipio è conservato il busto in bronzo del generale Massena, duca di Rivoli, donato dai discendenti nel 1902 insieme a un’ offerta per i poveri». Un pezzo unico e poco conosciuto. Come il letto da campo di Napoleone.

Camilla Madinelli

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