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Sito archeologico
In primavera
si potrà visitare

Il sito archeologico della Mansio Servasa a Brentino
Il sito archeologico della Mansio Servasa a Brentino
Il sito archeologico della Mansio Servasa a Brentino
Il sito archeologico della Mansio Servasa a Brentino

Villa «Mansio Servasa» è un complesso con vari ambienti che si aprono attorno a un cortile porticato, dove si svolgevano probabilmente anche attività artigianali.

Una villa Mansio con pavimenti di cocciopesto e pareti intonacate, forse la dimora del proprietario o una stazione di posta con cambio di cavalli. Ora questo luogo, con resti risalenti anche a una fase protostorica, è in fase di piena valorizzazione. In primavera potrà essere visitato.

Sono infatti in ultimazione i lavori di riqualificazione di quest’area, archeologica prossima alla Claudia Augusta, ampio complesso architettonico di età romana vicino alla sp 11. Il sito, emerso durante la costruzione dell’autostrada del Brennero a fine anni ’60, fu oggetto tra il 1968 e il 1970 di prime campagne di scavo dall’allora Soprintendenza alle antichità del Veneto e, tra il 2004 e il 2010, di altre indagini dell’Università Cà Foscari di Venezia. Tutti hanno sempre voluto valorizzare questo luogo, da tempi immemorabili nodale incrocio di scambio.

«I lavori sono iniziati quest’estate», ricorda il sindaco Alberto Mazzurana, «quando l’area è stata pulita ed è iniziata la nuova sistemazione». Il 13 ottobre, mentre i restauratori stavano consolidando le mura della villa-mansio, la Soprintendenza ha eseguito un sopralluogo per verificare lo stato dei lavori. Che sono a buon punto. Erano presenti, con i restauratori della ditta incaricata, proprio i funzionari delle Soprintendenza: la dottoressa Brunella Bruno, l’architetto Maria Grazia Martelletto, l’assistente dottoressa Claudia Cenci, l’archeologa Raffaella Bortolin, poi il direttore ai lavori Furio Marcotto con l’ingegner Remigio Lucchini e infine il sindaco. «Il progetto», ricorda quest’ultimo, «che per ogni attività condotta deve essere assistito e supervisionato da un archeologo professionista, la dottoressa Bortolin, prevede vari interventi, soprattutto sulla zona ovest, scavata più di recente». Prosegue Lucchini: «Si è scelto di realizzare qui una copertura a protezione dei reperti per garantire lunga durata al restauro conservativo in corso sui vari ambienti. Si dà maggiore attenzione alla parte ovest poiché presenta ancora i caratteri originari quali un’elevazione fuori terra superiore al metro, intonaci e le preparazioni dei pavimenti in cocciopesto. Il restauro», spiega,«consiste in trattamenti preventivi e integrazioni di lacune, consolidamenti dei muri e degli intonaci, stuccature di sigillatura dei bordi, protezione dei pavimenti con copertura di ghiaia. Si sono inoltre restaurate la canaletta romana per lo scolo dell’acqua, in embrici in cotto, vicina agli ambienti sul lato ovest, la strada di transito emersa nel 2009 che doveva essere una collaterale alla Claudia Augusta, via che, partendo da Ostiglia, arrivava in Germania. È stata parzialmente ricostruita», precisa, «anche per mostrare ai visitatori una testimonianza del passaggio di un’importante via di traffico dell’impero romano. Saranno poi fatti interventi alle vasche di raccolta dell’acqua rinvenute accanto a una fontana oggi scomparsa». Prosegue Mazzurana: «Per rendere la zona fruibile il progetto prevede una rampa pedonale di accesso che condurrà nello spiazzo a nord degli scavi, il cortile della villa-mansio; una staccionata che delimiterà i lati ovest e sud; un fosso di guardia per riparare il sito da arrivi di acqua dai campi. Verranno istallati pannelli che guideranno, in varie lingue, alla comprensione degli spazi. Sul posto e sulla vicina pista ciclabile “Adige-Sole” sarà posta segnaletica che inviterà a scoprire questa affascinate meta. Auspichiamo che tutto sia pronto in primavera».

Poi ricorda: «Il progetto ha ottenuto un contributo di 106.458 euro dalla Regione Veneto su un preliminare di riqualificazione che prevede una spesa di 152.083,36 cui ha contribuito Autostrada del Brennero spa e, in parte, Bacino imbrifero medio Adige. Autostrada del Brennero Spa, su nostra richiesta, si è dimostrata disponibile a realizzare una barriera anti rumore sul lato rivolto all’autostrada».

Barbara Bertasi

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