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Siccità, appello
dell’Ags per ridurre
i consumi di acqua

Preoccupazioni anche per il livello delle acque del lago di Garda
Preoccupazioni anche per il livello delle acque del lago di Garda
Preoccupazioni anche per il livello delle acque del lago di Garda
Preoccupazioni anche per il livello delle acque del lago di Garda

L’allerta siccità si estende anche al lago di Garda.

Sebbene la zona gardesana non sia ancora stata toccata dal problema dell’approvvigionamento idrico, si teme per il prosieguo dell’estate appena iniziata con l’arrivo di milioni di turisti e i consumi d’acqua potabile al picco.

Motivo per cui anche quest’anno Azienda gardesana servizi (Ags) sta invitando le amministrazioni comunali a sensibilizzare i propri cittadini ad un uso corretto della risorsa idrica.

«Nonostante la siccità si sia fatta sentire sulle sorgenti, che hanno ridotto la loro portata e sui livelli di alcune falde oggetto di monitoraggio, Ags è riuscita a sopperire alle necessità di approvvigionamento attingendo ai pozzi più produttivi», spiega l’ingegner Paolo Varotto, responsabile tecnico di Ags, «rimane tuttavia la criticità dei picchi di consumo che ci costringono a chiedere un uso ancor più attento dell’acqua e la collaborazione dei cittadini per evitarne gli sprechi».

Per questo, chiarisce il presidente di Ags Alberto Tomei, «chiediamo che almeno durante le ore diurne si eviti di annaffiare orti e giardini con l’acqua dell’acquedotto. L’acqua potabile non va utilizzata per questi scopi, soprattutto durante il periodo estivo, quando è più alta la sua richiesta per scopi alimentari o igienici».

Raccomandazioni che si aggiungono a quelle consuete sull’uso razionale dell’acqua all’invito a ridurre in generale tutti gli sprechi. Ags ha inviato la richiesta a una decina di Comuni: da San Zeno di Montagna a Peschiera, da Garda a Valeggio sul Mincio. Alcuni, tra cui Valeggio e Lazise, hanno già emanato ordinanze che vietano di annaffiare aree verdi private dalle 6 del mattino a mezzanotte, fino al 15 settembre.

Oltre al livello delle falde idriche, comincia a preoccupare quello del lago. Gli ultimi dati sono di venerdì, col livello a 69 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera e un abbassamento medio di circa 2 centimetri al giorno da inizio mese. Per il lago un centimetro di quota idrometrica equivale a 3 milioni 700mila metri cubi d’acqua.

Per trovare un livello così basso alla data del 23 giugno bisogna andare indietro negli anni fino al 2007 (57 centimetri), 2005 (44) e al 2003 (57). Situazione a cui l’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po, ente deputato alla gestione dei livelli del lago) sta facendo fronte diminuendo la portata di scarico nel Mincio dalla diga di Salionze, non solo seguendo la tabella stabilita con un decreto emanato dalla Regione Lombardia nel 2009, ma talvolta anche dimezzando lo scarico rispetto a quanto previsto dal decreto, come accaduto in alcuni giorni a inizio mese.

Le acque del lago più grande d’Italia sono preziose per l’agricoltura del Mantovano, per alimentare gli acquedotti (solo Ags gestisce tre prese a lago a servizio dei Comuni di Garda, Castelletto di Brenzone e, in casi di emergenza, San Zeno di Montagna), per le centrali idroelettriche e per il comparto turistico.

Il limite sotto cui non si dovrebbe scendere è stato in parte modificato dall’accordo sperimentale sottoscritto nel 2013 che per rispondere all’esigenza di diminuire i livelli nel periodo primaverile ha parzialmente rivisto la regolazione sancita nel 1965: per quanto riguarda il livello minimo, pur confermandolo in 15 centimetri sopra lo zero idrometrico, è stata ammessa la possibilità di scendere a quota zero.

Katia Ferraro

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