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«Siamo andati via
per garantirci futuro»

Giuseppe Rama, il padre del Museo
Giuseppe Rama, il padre del Museo
Giuseppe Rama, il padre del Museo
Giuseppe Rama, il padre del Museo

Giuseppe Rama, 81 anni, è il papà del Museo e il presidente dell’associazione Walter Rama. Alle ricerche e ai ritrovamenti ha dedicato una vita intera, condividendo la passione per storia e montagna insieme ai figli Walter e Massimo. Si commuove, rievocando 17 anni di preparativi, primi allestimenti e allargamenti della sua collezione. Ma è sereno nel raccontare la scelta di lasciare Rivoli per Borgoforte.

Perché ha deciso di trasferire la collezione?

Dopo i primi anni, ricchi di soddisfazioni, la strada è stata sempre in salita. L’aria si è fatta molto pesante, sono mancate le collaborazioni con la realtà locale. Ormai non c’era più modo di ampliare il Museo e non si poteva lavorare con serenità. A questo punto, scegliere di andare via mi è sembrato necessario per garantire un futuro alla collezione.

Una scelta sofferta?

Direi una scelta obbligata. Me ne vado in pace, senza recriminazioni. Dopo mille peripezie ora sono sereno. Mi spiace solo di una cosa.

Che cosa?

Avrei avuto ancora tanto da esporre a Rivoli e da far conoscere ai veronesi: un plastico di tutto il territorio gardesano con Peschiera del Garda e le fortificazioni, per esempio, e un altro plastico di Forte Wohlgemuth. Bellissimi entrambi. E poi un carro armato proveniente da Kabul, in Afghanistan. Un pezzo rarissimo.

Perché un Museo della Grande guerra?

Per far conoscere e apprezzare a bambini e adulti tanti oggetti appartenuti a persone che hanno vissuto i momenti drammatici della guerra. Per ricordarli, per dare più significato alla parola pace. A Borgoforte si sono dimostrati interessati al materiale e a questo significato profondo che ha per noi dell’associazione.

Quanti storici e studiosi sono venuti in visita a Rivoli, in questi anni?

Molti e molto interessati. Anni fa telefonò un professore di Dublino che doveva preparare una conferenza a Berlino: voleva avere informazioni sul funzionamento di un cannone. Abbiamo moltissimi libretti di istruzioni militari della collezione De Vecchi.

Cosa ricorda di questi anni di visite guidate al Forte?

La gioia e l’emozione nel presentare ai bambini gli oggetti esposti. Dalle scolaresche ho ricevuto tante soddisfazioni e pure tanti complimenti dagli insegnanti. Ma le parole e gli sguardi degli alunni alla fine di ogni visita non li dimenticherò mai.

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