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«Servono più bagnini sulle spiagge del lago»

I cinque bagnini premiati dalla sezione di Verona e provincia della Società nazionale di salvamentoI bagnini Matteo Pincini e Massimo Valeri
I cinque bagnini premiati dalla sezione di Verona e provincia della Società nazionale di salvamentoI bagnini Matteo Pincini e Massimo Valeri
I cinque bagnini premiati dalla sezione di Verona e provincia della Società nazionale di salvamentoI bagnini Matteo Pincini e Massimo Valeri
I cinque bagnini premiati dalla sezione di Verona e provincia della Società nazionale di salvamentoI bagnini Matteo Pincini e Massimo Valeri

Bagnini sulle spiagge del lago di Garda, per la sicurezza dei moltissimi bagnanti che scelgono le località veronesi per le loro ferie estive. La richiesta arriva dai professionisti del settore, supportati dai dati diffusi dalla Guardia costiera sulle richieste di aiuto arrivate nel corso del 2018 alla centrale di Salò. L’anno scorso la Guardia costiera, come ha illustrato il comandante del presidio benacense, tenente di vascello Ilaria Zamarian, ha ricevuto 1.556 richieste di soccorso (703 per la sponda bresciana, 683 per la veronese e 179 per quella trentina). I soccorsi prestati sono stati 74. Sono invece 96 le persone tratte in salvo; 28 le imbarcazioni soccorse o recuperate e 27 le operazioni di ricerca effettuate. Purtroppo si sono verificati anche 11 decessi. Intanto i bagnini veronesi e la Guardia costiera, affiancati da Vigili del fuoco, Carabinieri, Protezione civile e alla Guardia di finanza, si addestrano per affinare ancor di più le tecniche di salvataggio. A una di queste operazioni, organizzata sulla costa adriatica, hanno partecipato il bagnino di Garda Matteo Pincini - che è anche barista, pescatore ed ex forte vogatore delle bisse - e il veronese Massimo Valeri maestro di salvamento, istruttore di nuoto e responsabile delegazione di Verona della Federazione italiana salvamento acquatico. Sono stati chiamati a partecipare all’esercitazione complessa di soccorso organizzata al largo di Chioggia dal reparto operativo della Direzione marittima di Venezia. All’operazione, che ha simulato l’ammaraggio di un aereo in avaria, hanno partecipato undici unità navali, due elicotteri e il personale di Guardia costiera, Vigili del fuoco, Guardia di finanza, Carabinieri, Suem 118 e Protezione civile oltre ai volontari della Federazione italiana salvamento acquatico. «È stata un’esperienza entusiasmante», raccontano Pincini e Valeri. «Le operazioni sono iniziate alle 7 e sono proseguite fino alle 14. In qualità di naufraghi ci siamo dovuti buttare in mare. Avevano le mute stagne e il salvagente ma fa un certo effetto fare il bagno in mare d’inverno». Pincini è stato recuperato con la gru dopo un’ora e mezzo di permanenza in acqua dai Vigili del fuoco. Valeri invece è stato soccorso dall’elicottero della Guardia costiera e issato con il verricello. «Sono stati momenti intensi ed emozionanti», spiegano i volontari veronesi, «per una volta siamo stati soccorsi noi». L’esercitazione aveva lo scopo di testare le fasi tecnico-operative di soccorso in acqua e quelle di attivazione dello staff di crisi, gestite dalla sala operativa della Guardia costiera di Venezia. «Bisognerebbe fare qualcosa del genere anche sul Garda», sostengono Pincini e Valeri. Quest’estate la Guardia costiera di Salò per la prima volta avrà un distaccamento anche a Riva, oltre a quelli di Garda e Bogliaco di Gargnano. L’anno scorso le quattro unità navali della Guardia costiera hanno percorso 7.166 miglia nautiche, pari a 13 mila chilometri. «Il Garda è un bacino particolarmente pericoloso. Sulle spiagge servirebbe più personale specializzato in salvamento», afferma Massimo Valeri, «troppe spiagge ne sono sprovviste. Spesso quando si chiamano i soccorsi, per quanto efficienti e tempestivi siano, è troppo tardi. In acqua si può morire in pochissimo tempo». «Sul lago ci sono chilometri di spiagge, affollate, tutte senza l’ombra di un bagnino», sottolinea il bagnino ed istruttore di nuoto Valeri, «eppure arrivano milioni di turisti che portano soldi nelle casse dei Comuni gardesani con la tassa di soggiorno». «I Comuni», prosegue, «dovrebbero investire di più per garantire la sicurezza in acqua dei loro ospiti e dei residenti». I bagnini del resto non mancano, grazie ai diversi corsi di brevetto organizzati sia dalla delegazione di Verona della Federazione italiana salvamento acquatico, che dalla sezione scaligera della Società nazionale di salvamento. Chi li frequenta acquisisce tecniche di salvamento in acqua, di primo soccorso e di approccio psicologico alla persona. •

Luca Belligoli

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