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Scolmatore, Peschiera ora chiede i danni

La parte più pesante del fango si è depositata sul fondo del lago
La parte più pesante del fango si è depositata sul fondo del lago
La parte più pesante del fango si è depositata sul fondo del lago
La parte più pesante del fango si è depositata sul fondo del lago

Sono iniziati ieri sul lago di Garda i campionamenti dell’Arpav per stabilire quali conseguenze ha avuto sulla qualità delle acque l’ondata di maltempo della scorsa settimana. «Siamo partiti sotto costa, da Malcesine, con indagini microbiologiche per verificare se sulla sponda veronese c’è stata una contaminazione di origine organica causata da perdite o rotture delle condotte fognarie», spiega Giorgio Franzini, responsabile dell’Ufficio lago di Garda di Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto). Seguiranno altre verifiche di questo tipo, mentre il 13 novembre verranno effettuati campionamenti specifici sugli effetti dell’apertura della galleria Adige-Garda, attivata per circa sedici ore martedì scorso per scongiurare l’esondazione dell’Adige. Questa attività, rende noto Franzini, sarà effettuata a centro lago all’altezza di Brenzone: verranno fatti campionamenti a diverse profondità fino a quella massima di 300 metri. Saranno ricercati parametri microfisici, chimici e biologici «che ci daranno indicazioni per capire se l’apertura della galleria abbia avuto un effetto acuto sull’ecosistema del lago. Nel frattempo», prosegue Franzini, «stiamo raccogliendo i dati ufficiali dell’evento, che assieme alle analisi ci permetteranno di fare dei bilanci». La chiazza marrone portata nel lago dalla galleria Adige-Garda (circa 17 milioni di metri cubi d’acqua mista a fango) e dall’immissario Sarca sembra essersi disciolta. Da qualche giorno soprattutto nell’alto e medio lago si vede una colorazione dell’acqua tendente al verde smeraldo. «È un effetto ottico della presenza di sedimento in sospensione», conferma Franzini, «la parte più pesante del fango si è depositata sul fondo, quella più leggera rimane in sospensione favorita dal moto ondoso». La necessità di uno studio scientifico sulle conseguenze dell’immissione delle acque dell’Adige nel lago è sostenuta dal vicesindaco di Peschiera del Garda e assessore a turismo e portualità Filippo Gavazzoni, che venerdì ha inviato agli enti responsabili dell’attivazione della galleria Adige-Garda una richiesta di «compensazione-ristoro» a favore del bacino gardesano. La lettera è stata indirizzata agli assessori all’Ambiente di Veneto e Lombardia Gianpaolo Bottacin e Raffaele Cattaneo, al neopresidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, al direttore dell’Agenzia interregionale per il fiume Po Luigi Mille e alle Autorità di bacino del Po e dell’Adige. «La richiesta non mette in discussione l’opportunità di attivare lo scolmatore in caso di pericolo di esondazione dell’Adige», premette Gavazzoni, «ma ha lo scopo di prevedere una giusta compensazione dei danni che si generano dall’entrata nel lago di acque potenzialmente inquinate e di fanghi che contribuiscono all’insabbiamento dei porti, che Peschiera subisce anche a causa della sua collocazione geografica». Gavazzoni ha invitato i destinatari della missiva a un incontro per discutere la possibilità di istituire un fondo economico che dovrebbe essere alimentato da enti e Comuni «interessati da eventi eccezionali di piena dell’Adige». Nella proposta il fondo sarebbe gestito da una cabina di regia interregionale e oltre a finanziare lo studio servirebbe a individuare le azioni necessarie per limitare le conseguenze ambientali dell’immissione delle acque dell’Adige nel Garda, prevedere modalità di compensazione e incrementare i lavori di difesa spondale e di dragaggio dei porti. «Da una parte l’emergenza è passata perché grazie allo scolmatore il fiume non è esondato, dall’altra il Garda ha una situazione indefinita perché manca uno studio di questo tipo, finora ci siamo avvalsi solo di ipotesi», dice Gavazzoni. «La richiesta è partita da Peschiera perché volevo essere veloce, ma condividerò le risposte che riceverò con gli altri amministratori gardesani». •

Katia Ferraro

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