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Riaprire la funivia di Prada? Una risalita sempre più ripida

I turisti dovranno attendere un anno prima di risalire sulla funivia
I turisti dovranno attendere un anno prima di risalire sulla funivia
I turisti dovranno attendere un anno prima di risalire sulla funivia
I turisti dovranno attendere un anno prima di risalire sulla funivia

Il 2018 sarà davvero l’anno della riapertura della funivia di Prada? I Comuni di San Zeno di Montagna e Brenzone, proprietari al 50 per cento ciascuno degli impianti di risalita chiusi dall’agosto 2013, continuano a sperarlo, nonostante i passaggi dell’interminabile iter burocratico non siano ancora conclusi. Nei giorni scorsi, sono scaduti i 60 giorni previsti per le osservazioni all’istanza di compatibilità ambientale e contestuale approvazione e autorizzazione del progetto di rifacimento della struttura presentata da Atf, Azienda trasporti funicolari Malcesine Monte Baldo e Prada Costabella srl alla Provincia, la quale lo scorso 6 novembre aveva recepito e pubblicato la richiesta sul proprio portale on line. Rimanendo a quanto riportato dall’ente provinciale sul proprio sito web non ci sono state osservazioni, esclusa la delibera di consiglio dello scorso novembre del Comune di San Zeno di Montagna, che, come prevedibile, nonostante il dibattito in aula, era stata una sorta di presa d’atto. Tornando alle tempistiche, entro i prossimi tre mesi la Provincia dovrebbe esprimersi in merito alla Via, Valutazione di impatto ambientale. A quel punto, sorpassato l’ostacolo, serviranno da uno a quattro mesi per convocare la conferenza di servizi con gli enti preposti, tra cui Provincia, Ustif, organo delegato del ministero dei Trasporti, soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, Comuni di San Zeno e Brenzone. Da quel momento in poi si potrà organizzare la procedura per iniziare finalmente i lavori veri e propri per concretizzare il progetto da 3,6 milioni di euro che prevede il completo rifacimento della cestovia biposto che dalla stazione di partenza arriva al baito Turri (ex Mondini) e la sostituzione dell’attuale seggiovia monoposto che collega il rifugio con la cima Costebella con una struttura biposto usata. Si stima che per completare il doppio intervento occorreranno almeno cinque mesi, anche se c’è chi azzarda tempi inferiori e chi, invece, che si superino di slancio i sei mesi. Ad ogni modo, considerate le tempistiche prospettate, per vedere entrambi gli impianti aperti entro l’estate servirebbe un mezzo miracolo. Vedere in funzione un solo troncone, secondo alcuni tecnici preposti, potrebbe essere invece un po’ più fattibile. Ma al riguardo, Adriano Formaggioni, presidente della Prada Costabella srl, non si fa troppe illusioni. «Ahimé, aprire quest’anno la vedo dura. Non ancora impossibile ma, ripeto, molto, molto dura», rimarca il numero uno della società che due anni fa aveva chiuso un accordo di programma con Atf per puntare alla riattivazione della funivia attraverso il nuovo progetto di riqualificazione. Lo scenario del 2017, anno in cui già da più parti si sperava nella riapertura, rischia di ripetersi nuovamente: «Per riaprire servirebbe un’ accelerata a tutto l’iter conclusivo delle autorizzazioni, a partire dall’approvazione della Via da parte della Provincia in brevissimo tempo», aggiunge Formaggioni. Il presidente della Prada Costabella non nasconde una certa preoccupazione anche per la delicata situazione in cui si trova il cda di Atf, che potrebbe decadere, secondo quanto dispone l’articolo 25 dello statuto della funivia di Malcesine, secondo cui si deve nominare un nuovo cda al rinnovo dei consigli di almeno la metà dei soci (Provincia e Comune di Malcesine). «Un po’ di timore rimane», confessa l’amministratore gardesano. «In questa partita noi dipendiamo da Atf. Se davvero il cda dovesse cadere sarebbe una brutta tegola. Comunque spero ancora: da una parte che il consiglio di Atf prosegua fino alla fine (dicembre 2018, ndr) il proprio mandato e dall’altra, soprattutto, che la Provincia acceleri sui pareri». •

Emanuele Zanini

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