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«Questi cani sono i nostri occhi
e qualcuno non vuole vederli»

Simona Zanella con «Isa»
Simona Zanella con «Isa»
Simona Zanella con «Isa»
Simona Zanella con «Isa»

Cani guida. Sfatare i luoghi comuni e aprire quelli...«pubblici» a questi animali. Che sono gli occhi dei non vedenti. È la sintesi dell’appello lanciato da Simona Zanella, non vedente, responsabile del Settore Cani Guida della associazione Blindsight Project onlus di Roma che si occupa di disabili sensoriali (ciechi e sordi).

Lei, col marito Massimiliano Bellini, impegnato nella divulgazione, dice: «Nonostante le leggi, sin troppo spesso alle persone con disabilità visiva, accompagnate da un cane guida, è negato l’accesso a luoghi pubblici o privati». Precisa lui: «Purtroppo qualche tempo fa, cercando su internet un hotel sul lago di Garda, mi sono imbattuto in questa scritta “Non sono ammessi animali domestici né cani guida“ per alcuni hotel di Bardolino e Riva del Garda. Molto pochi, a dire il vero: tre. Ma ne basta uno», aggiunge lei, «a suscitare indignazione dopo anni che facciamo campagna informativa: come in dicembre su un quotidiano e in gennaio in televisione. Tra l’altro», ricorda Simona, «già nel 2014 avevamo trovato difficoltà a farci ospitare a Lazise e, una volta accolti, ci era parso che il personale non fosse stato avvertito della fondamentale presenza del mio cane».

In effetti, telefonando in due hotel della nostra riviera (con la suddetta indicazione on line), in uno dicono che il cane guida non sarebbe ammesso perché è comunque un cane e nelle stanze c’è la moquette... In un altro rispondono di attenersi «alle indicazioni di internet». A questo punto Bellini approfondisce: «Succede sin troppo spesso che a persone con disabilità visiva, accompagnate da cane guida, non sia permesso di entrare in un ristorante, prendere un taxi, usare mezzi di trasporto pubblico. Eppure basterebbe conoscere una semplice regola: “Il privo di vista ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l’animale alcun biglietto. Al privo di vista è riconosciuto altresì il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida (etc)“».

Spiega: «È l’articolo unico della Legge 37 del 1974, aggiornata dalla Legge 60 del 2006, che», evidenzia ancora Zanella, «prevede tra l’altro sanzioni da 500 a 2500 euro per i trasgressori. In Italia, probabilmente anche sul Garda, contrariamente a quanto accade in altri Paesi dell’Unione Europea, la consapevolezza dei cittadini sul diritto di accesso e movimentazione dei cani guida per non vedenti, è limitata, malgrado la legislazione. Ci pare assurdo, specialmente in una zona turistica che dovrebbe essere predisposta ad accogliere tutti, tanto più i disabili», prosegue.

«Talvolta ci siamo imbattuti persino in atteggiamenti maleducati, basati su sciocchi preconcetti, relativi, ad esempio, a presunta pericolosità comportamentale e sanitaria del cane guida, o in atteggiamenti che ci mettono in difficoltà e ci fanno sentire emarginati. Eppure, per un non vedente, questo animale è imprescindibile strumento di autonomia e mobilità». Continua: «Ricordo anche che è in genere esonerato dall’obbligo di portare museruola, dal pagamento del biglietto sui mezzi pubblici, dove può accompagnare chi non vede. Insomma il cane guida rappresenta gli “occhi“ del non vedente e quindi non va da lui allontanato. Logicamente è vaccinato e, essendo addestrato a fare il cane guida, lo è anche a non sporcare».

Conclude infine Bellini: «In sintesi, anche alla luce dei principi costituzionali delle pari opportunità, mi sento di affermare che l’accesso del cane guida sia da ritenersi consentito in tutti i luoghi pubblici (uffici, scuole, ospedali) e anche privati (aziende, negozi, alberghi) in cui sia previsto l’ingresso di soggetti terzi, generalmente considerati “pubblici“. Naturalmente l’accesso in questi ambienti aperti al pubblico richiede il pieno controllo del cieco sull’animale in ordine alla sua disciplina ed igiene».

Barbara Bertasi

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