Com’era bella la pubblicità del Novecento. Signore con gonne colorate, laghi azzurri, panfili le auto brillanti come gioielli. Un originale documentario sulla storia italiana - Cinefiat: Fiat Lux - sarà proiettato venerdì alle 19.30 alla Loggia Rambaldi di Bardolino grazie alla collaborazione del centro Storico Fiat di Torino. Aperto al pubblico gratuitamente e organizzato dal Benaco Auto Classiche, lo spettacolo offrirà una panoramica sulla pubblicità degli anni ‘50 e ‘60 realizzata da Cinefiat, ramo d'azienda del gruppo Fiat che si occupava della produzione di spot pubblicitari, musical, cartoni animati, cinegiornali e film per promuovere le auto torinesi. Era una struttura imponente, seconda solo a Cinecittà, e dava lavoro a personaggi del calibro di Vittorio Gassman, Monica Vitti, Rossana Podestà, Nino Manfredi e registi come Claude Lelouch e molti interpreti del neorealismo. All’epoca, la pubblicità di auto era preclusa alla tv di Stato perché la maggioranza governativa riteneva che indurre gli italiani a bisogni consumistici impegnativi (l’ auto era considerata un lusso e non una necessità) avrebbe potuto destabilizzare i magri bilanci delle famiglie a stipendio fisso, 50mila al mese, quando andava bene. Restavano, come mezzi di propaganda, i cinegiornali, ossia intermezzi promozionali che venivano proiettati sugli schermi dei cinematografi, come si diceva allora. Li rivedremo venerdì, grazie a un certosino lavoro di ricerca del centro documentaristico della casa di Torino. I documenti verranno proiettati in anteprima e sarà interessante leggerli come pagine di un libro di storia perché i soggetti vanno al di là dell’auto e abbracciano un intero modo di vivere e di pensare. Ingenui, romantici, quasi paternalistici, i cortometraggi illustreranno le doti di auto del Novecento, partendo dalla Balilla per proseguire con la Fiat 1100, la Seicento, la Cinquecento e arrivare alla Fiat 1300 e alla Fiat 130, auto di rappresentanza, la stessa sulla quale venne rapito Aldo Moro. L’auto puntava con decisione sul rapporto con il gentil sesso, quasi a concedere finalmente un riconoscimento di classe ed eleganza a un Paese che aveva appena superato gli anni grigi dell’ immediato dopoguerra e stava vivendo il massimo splendore del boom economico. Via libera allora alle signore sorridenti con vestiti frou- frou, cancellando con un colpo di spugna l’Italia amara di pochi anni prima, quella di Aldo Fabrizi e Anna Magnani, dei cappotti rivoltati, dei Ladri di biciclette. Per la pubblicità Fiat aveva lavorato negli anni Venti e Trenta anche un bravo illustratore veronese, Plinio Codognato e successivamente anche il grande Felice Casorati, che nel 1955 contribuì al lancio della 600. I rari filmati che andranno in scena, tutti a colori, ritraggono storie di famiglie italiane alle prese con l’invenzione che rivoluzionò le abitudini sociali del Novecento: l’automobile. Ai partecipanti verrà offerto aperitivo e risotto. Ma soprattutto uno spaccato di vita vissuta che ha coinvolto intere generazioni, i padri che avevano visto la guerra e i figli nati negli Anni Cinquanta e Sessanta, i cosiddetti baby-boomers, forse una delle generazioni più fortunate. •