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Project financing per il porto
Il Comune vince il ricorso

Il municipio di Torri: il Comune vince un altro «duello» nella battaglia legale contro Lepanto srl
Il municipio di Torri: il Comune vince un altro «duello» nella battaglia legale contro Lepanto srl
Il municipio di Torri: il Comune vince un altro «duello» nella battaglia legale contro Lepanto srl
Il municipio di Torri: il Comune vince un altro «duello» nella battaglia legale contro Lepanto srl

Il Comune di Torri vince un altro duello - forse definitivo - nella battaglia legale contro la Lepanto srl.

Sull'annosa vicenda riguardante il project financing studiato per la riqualificazione del porto cittadino il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della società di Monfalcone, mettendo di fatto una pietra tombale sul piano.

L'odissea del progetto di finanza sull'area portuale ha inizio nel 2008, sotto l'ex amministrazione comunale guidata da Giorgio Passionelli che intendeva creare un porto turistico da 289 posti barca tra la località Eremitaggio e l'attracco dei traghetti, oltre a un parcheggio interrato per 300 auto vicino al castello. La commissione di valutazione, di nomina comunale, aveva selezionato tre progetti, tra cui quello della Lepanto, ma non era mai stato nominato un vincitore.

Per questo l'impresa aveva fatto causa al Comune chiedendo ben 11,2 milioni di euro di risarcimento per mancati utili e arricchimenti oltre alle spese sostenute. Il Tar, Tribunale amministrativo del Veneto, nell'aprile 2014 aveva accolto il ricorso della società ma senza fare riferimento alle cifre richieste dalla ditta friulana. Poco dopo la nuova amministrazione guidata dall'attuale sindaco Stefano Nicotra, appena insediata, si è difesa appellandosi al Consiglio di Stato, tutelandosi anche nei confronti di un ulteriore sollecito della Lepanto che a suon di carte bollate aveva richiesto il rispetto della sentenza del Tar.

Le richieste dell'azienda, tuttavia, sono state respinte dal Consiglio di Stato che le ha demolite punto su punto: in particolare da una parte la richiesta di oltre 197mila euro per le spese sostenute, e dall'altra «i danni derivanti dalla perdita di occasioni contrattuali alternative».

Nella sua ricostruzione il Consiglio di Stato sottolinea che Lepanto stessa «riconosce di non aver sostenuto alcun esborso». Pertanto «non può fondatamente richiamare a proprio favore l'esistenza di un principio di prova del preteso danno subito». Sulle presunte occasioni perse perché il Comune non aveva determinato un vincitore del project, il Consiglio di Stato precisa come la società non abbia portato alcuna prova al riguardo. Nella sostanza non sono state presentate fatture o pezze giustificative che dimostrino il danno subito.

I giudici insistono - smontando definitivamente le pretese di Lepanto - aggiungendo come «contrasta con una ragionevole logica imprenditoriale il comportamento di una società che decida di rinunciare a occasioni contrattuali alternative in vista di una mera possibilità di acquistare una commessa». E aggiunge come le responsabilità siano della stessa azienda: «O queste occasioni contrattuali alternative sono ancora più inconsistenti e quindi non vi è perdita di chance o vi è l'inescusabile negligenza del preteso danneggiato nell'evitare i danni subiti».

Lepanto non solo si è vista respingere in toto le richieste ma dovrà pure pagare i quattromila euro delle spese legali. Il Comune di Torri può quindi tirare un sospiro di sollievo. Già nel 2015 aveva bloccato il project attraverso una delibera sostenendo che non c'era più il «pubblico interesse» a realizzare un'opera sovradimensionata rispetto alle reali esigenze del territorio. Il progetto inoltre andava contro le linee guida del Pat con un importante impatto sull'ambiente stravolgendo il cono visivo del paesaggio circostante e lo skyline del castello. Soddisfatto il primo cittadino Stefano Nicotra: «Chiudiamo una vicenda su cui avevamo manifestato le mie forti perplessità già quando ero in minoranza. È stata la prima grana che ho ereditato da sindaco e che ho dovuto affrontare fin da subito. Ora con questa nuova sentenza per il Comune si aprono nuovi scenari».

Emanuiele Zanini

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