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Profughi sul Garda
C’è chi dice forse:
«È un’emergenza»

Profughi sul lago sì, profughi sul lago no. Il tema resta caldo lungo le sponde gardesane, nonostante l’arrivo di migranti in alcune strutture ricettive che avrebbero dato disponibilità all’accoglienza non si sia in realtà verificato. Effetto delle nuove rotte migratorie che hanno ridotto gli sbarchi in Italia, ma anche, sostengono da Federalberghi Garda Veneto, del dialogo che l’associazione di categoria ha intrapreso con il prefetto di Verona Salvatore Mulas, mettendo in primo piano la richiesta di non tenere in considerazione le disponibilità all’accoglienza pervenute o che dovessero pervenire dagli albergatori gardesani.

Il rischio, dice la maggioranza degli operatori del settore, è che l’arrivo di profughi comprometta la qualità del turismo e l’immagine del Garda.

QUALCHE VOCE FUORI DAL CORO però c’è: è quella dell’ex presidente di Federalberghi Garda Veneto Corrado Bertoncelli, che l’anno scorso per un mese e mezzo (dal 16 settembre al 31 ottobre) ha ospitato nel suo hotel di Brenzone 32 profughi, prima struttura affacciata sul lago a farlo. Un’accoglienza passata quasi in sordina anche perché «non c’è stata alcuna difficoltà», dice Bertoncelli. In quel periodo era ancora presidente dell’associazione e l’e- mergenza era all’ordine del giorno con i continui sbarchi: la Prefettura aveva diramato richieste di accoglienza e attraverso una circolare Federalberghi aveva interessato tutti i soci, circa 400, senza ottenere risposta. Da qui la decisione di Bertoncelli, che ha dato comunque dei periodi di disponibilità per non intralciare l’attività dell’ho- tel. «Non bisogna vergognarsi che ci siano i profughi, l’accoglienza è un obbligo internazionale», riflette, «chi è deputato all’accoglienza se non un albergatore?». E aggiunge: «L’ho fatto molto volentieri», senza nascondere di aver ricevuto critiche, seppur indirette, da colleghi e compaesani. Conferma che qualche albergatore in questo periodo ha dato la disponibilità e non si meraviglia: sotto sotto, dice, «c’è più di qualche mosca bianca».

LE POSIZIONI DEI SINDACI. «Concordo con la linea di Federalberghi», dichiara la prima cittadina di Peschiera Orietta Gaiulli, «vedo il pericolo per l’immagine del turismo, ma soprattutto per la sicurezza pubblica e la tutela dei cittadini. Mi auguro che a Peschiera nessuna struttura faccia richiesta, sarei contraria».

Fiducioso il sindaco di Garda Antonio Pasotti, albergatore, che confida nella collaborazione avviata col prefetto. «Sono stati investiti anni di sacrifici e questo potrebbe rovinare la domanda turistica», spiega, «qualcuno però sta strumentalizzando il tema e qualche partito ha interesse ad alzare i toni».

Ha sentito di colleghi che avrebbero dato la disponibilità ma, dice, «quest’anno la stagione è stata splendida e lo avranno fatto in pochi», lasciando intendere che se così non fosse stato l’idea di poter «rimpinguare» gli incassi a- vrebbe fatto gola a molti. I- van De Beni, sindaco di Bardolino e imprenditore turistico, è realista: «Il problema è talmente grosso e complicato che prima o poi bisognerà affrontare la possibilità che alcuni profughi arrivino anche da noi, non si può pensare di blindare le zone per sempre. Ho fiducia nell’operato del prefetto, sta gestendo in modo egregio l’emergenza e fino a oggi ha ascoltato le richiest della categoria degli albergatori. Meglio lasciarlo in pace anziché continuare a sollevare polemiche che non servono a niente». Possibilista Giovanni Peretti, sindaco di Castelnuovo: «Non sono contrario a prescindere, chiaro che bisogna fare attenzione perché siamo in una zona delicata. Ho saputo che qualche settimana fa una struttura privata del paese ha accolto sette profughi, ma nessuno si è accorto di nulla».

ANCHE LA COMUNITÀ DEL GARDA, i cui vertici sono stati recentemente rinnovati portando alla presidenza l’onorevole Mariastella Gelmini, annuncia la volontà di arrivare a una posizione unitaria sul problema. «Anche su questa questione delicata e difficile il Garda deve dare una risposta univoca», rimarca il segretario generale Pierluigi Ceresa, annunciando che il tema verrà messo in scaletta per le prossime riunioni.

Katia Ferraro

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