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Pranoterapeuta
dopo il coma,
ritorna dalla Cina

Rinaldo Mastella, pranoterapeuta di San Bonifacio FOTO AMATO
Rinaldo Mastella, pranoterapeuta di San Bonifacio FOTO AMATO
Rinaldo Mastella, pranoterapeuta di San Bonifacio FOTO AMATO
Rinaldo Mastella, pranoterapeuta di San Bonifacio FOTO AMATO

Questa sera il Gruppo pescasportivi di Prova festeggerà il rientro a San Bonifacio di un notissimo ex collega di pesca, Rinaldo Mastella, emigrato in Cina, come imprenditore, tredici anni fa, ma tornato in questi giorni, soprattutto stanco dell’ormai irrespirabile aria inquinata della Cina. è complicata ma allo stesso tempo straordinaria la sua vicenda.

Oggi sessantacinquenne, per quattro volte Mastella ha reinventato la sua vita, rovesciandola come un calzino. La prima volta fu nel 1971, mentre prestava servizio come carabiniere, risorgendo come l’Araba fenice dalle «ceneri» di un grave incidente stradale che lo ridusse in coma. Un coma che, al risveglio, gli rivelò le sue facoltà pranoterapeutiche, mai e- merse prima (L’Arena ne diede notizia con il titolo a tutta pagina «Esce dal coma, si scopre guaritore»). Facoltà che, uscito dall’Arma, gli cambiarono la vita: incominciò a praticarle per qualche anno.

La terza svolta fu quando Mastella riprese l’attività di famiglia come imprenditore nel settore della maglieria, (al Ferraris aveva conseguito il diploma di tessile), prima aprendo un laboratorio in via Morando e poi, ingrandendosi, in via Trento e quindi a Reggio Emilia (con 180 dipendenti). Successivamente, girando il mondo (Europa, Africa, Mongolia e Cina) come esperto tecnico di abbigliamento di grandi firme; infine partendo per la Cina dove gestì un’avviata azienda di maglieria, rimanendovi per tredici anni.

L’ultimo e definitivo cambiamento esistenziale, quello attuale, glielo suggerì un monaco buddista cinese, che gli disse: «Hai un tesoro, lascia la maglieria e torna ad aiutare i tuoi concittadini». Così Mastella, un po’ per la sollecitazione dell’amico buddista, ma anche e soprattutto per l’ambiente in cui viveva (in Cina l’aria è irrespirabile), oltre che per la crisi del settore, ha lasciato l’azienda a un socio per tornare in paese, deciso ad ascoltare il suggerimento del monaco: aiutare il prossimo. Suggerimento che del resto gli avevano dato qualche decennio prima anche una sensitiva di Milano e poi il sensitivo veronese Bruno Burato, che lo aveva indotto a farsi «misurare» a Milano il grado di energia che esce dalle sue mani presso l’Istituto scientifico di Ricerca e applicazione Energia bioradiante, convenzionato con le università di Milano e di Buxelles.

Le foto Kirlian che fece nel 1989 gli confermarono la «costante potenza» della sua energia, facendogli conseguire nel 1990 la tessera di identità professionale. Qualifica che ora gli serve, grazie anche alla sua notorietà precedente, per mettere in atto legalmente quella attività di pranoterapeuta che, come ipotizzarono i medici, gli fu «risvegliata» dall’incidente del 1971, quando rimase in coma per due giorni.

Del resto Mastella e la sua famiglia erano già molto noti in paese. Il nonno, il famoso «Aco», vendeva i gelati per le strade con il caratteristico carrozzino.

Noto era anche il padre, Giovanni, che gestiva una pescheria in corso Venezia. Rinaldo invece, oltre a tutto il resto, era uno straordinario pescasportivo (è stato anche campione provinciale di pesca agonistica con la «canna al colpo», per non parlare della sua abilità nel giocare a carte. «Ho una fortuna sfacciata», confessa.

Gianni Bertagnin

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