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Permesso a costruire decaduto Il Tar dà ragione al Comune

L’area in località Terramatta interessata all’impianto di Serit
L’area in località Terramatta interessata all’impianto di Serit
L’area in località Terramatta interessata all’impianto di Serit
L’area in località Terramatta interessata all’impianto di Serit

Il Tar non accoglie il ricorso proposto da Serit contro la Provincia e nei confronti del Comune di Rivoli, costituitosi anche lui parte in causa a fianco degli uffici provinciali per continuare a contrastare per via legale potenziamento e delocalizzazione sul suo territorio dell’azienda che gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in una cinquantina di comuni veronesi. La scorsa primavera Serit aveva impugnato al Tar il provvedimento della Provincia n. 1.471 emesso il 4 maggio. Con questo provvedimento l’ufficio provinciale Ambiente, sulla base di un mancato inizio dei lavori nei termini di legge, aveva dichiarata decaduta la determina n. 3.581 del 28 settembre 2015 con cui forniva alla società il permesso a costruire la sua nuova sede logistica e operativa in territorio rivolese, in località Terramatta, progettata più grande e funzionale rispetto all’attuale di Cavaion. Il 25 luglio i giudici veneti hanno emesso un’ordinanza di rigetto della richiesta di Serit e hanno detto no alla sospensione dell’efficacia di quell’atto del 4 maggio, confermando di fatto come non più valida la determina provinciale di tre anni fa. «La domanda cautelare non appare sostenuta da ragioni meritevoli di condivisione», si legge nell’ordinanza del Tar pubblicata il 26 luglio. Prosegue così, con una vittoria di Provincia e Comune, la battaglia legale che vede coinvolti la società a partecipazione pubblica da qualche anno, ossia dai tempi della presidenza di Roberto Bissoli e gli enti locali. Per Mariotti era doveroso per l’azienda impugnare il provvedimento della Provincia e, nei mesi scorsi, lo aveva fatto sapere con una nota, sottolineando il valore del servizio pubblico svolto, «la necessità di difendere in tutte le sedi la propria legittima scelta industriale», le vittorie già ottenute nei procedimenti giudiziali. Stavolta, però, è andata diversamente. «Sapevamo che gli uffici provinciali avevano ben approfondito la questione, scandagliando vari aspetti, ed eravamo fiduciosi sul buon esito del pronunciamento del Tar», afferma il sindaco di Rivoli, Armando Luchesa. La fiducia è stata ben riposta, a quanto pare. «Il Tar non ha ritenuto validi i presupposti e le ragioni avanzati da Serit, dando ragione al provvedimento emesso dalla Provincia che anche noi abbiamo difeso stando al suo fianco in udienza, a Venezia, e producendo documenti ben fatti da parte dei nostri uffici», prosegue Luchesa. «Vorrei ringraziare il responsabile dell’area tecnica e del settore patrimonio, Marco Gamberoni, e il segretario comunale Carmela Puzzo per il lavoro egregio che hanno svolto, assumendosi notevoli responsabilità». E ora? «Ora tutto torna come prima, fortunatamente per noi», continua il primo cittadino. Si torna cioè alla situazione del maggio scorso: Serit, con in mano un permesso a costruire emesso dalla Provincia dato per decaduto dalla Provincia stessa, sarebbe nell’impossibilità di procedere con il cantiere. Proprio come da sempre desidera l’amministrazione comunale di Rivoli. Ci sta un sospiro di sollievo? «Tiriamo un po’ il fiato, è vero, ma la situazione rimane difficile», risponde il sindaco. Anche perché l’azienda, volendo veder riconosciute le sue ragioni e il suo diritto d’impresa, potrebbe decidere di appellarsi. «Noi speriamo decida, invece, per un cambio di strategia», conclude Luchesa. •

Camilla Madinelli

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