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«Parrocchia disponibile
ad accoglierne alcuni»

Don Bocci, parroco di Lazise
Don Bocci, parroco di Lazise
Don Bocci, parroco di Lazise
Don Bocci, parroco di Lazise

«Spero prevalga il senso di giustizia, che viene prima anche di solidarietà e umanità». Così don Achille Bocci, parroco di Lazise, commenta la presa di posizione degli albergatori gardesani. «Sul lago siamo fortunati ad avere un ambiente che favorisce il floridissimo mercato del turismo», osserva, «natura che ci è stata donata e non dipende dai nostri meriti. Se facciamo accoglienza nel modo giusto non deturpiamo e non declassiamo il nostro territorio, anzi. Ci sono molti turisti, tra cui i tedeschi che in questi mesi hanno plaudito all’apertura della Germania verso i profughi, che apprezzerebbero la solidarietà e avrebbero in simpatia le strutture che offrono ospitalità. Certo», ammette il parroco, «bisogna fare le cose fatte bene, spero di vedere persone e imprenditori che accolgono perché vogliono dare sinceramente una mano, il guadagno deve essere un aspetto collaterale e secondario».

Rispondendo all’appello di papa Francesco, anche la parrocchia di Lazise ha dato la disponibilità a sostenere un gruppo di profughi. La decisione è stata presa a fine settembre, ma tempi e modi sono ancora incerti e dipendono dalla burocrazia da sbrigare. «In questi giorni incontreremo i responsabili diocesani della Caritas», fa sapere, ma la decisione più importante è già stata presa: «Ci accolleremo l’onere di affittare un appartamento dove accogliere tre-quattro persone che hanno intenzione di fermarsi a Verona, accompagnandole fino a quando diventeranno autonome e integrate nella comunità locale». L’appartamento non è ancora stato individuato, spiega don Achille, «stiamo vagliando delle ipotesi, tutto dipende dai tempi in cui è previsto il loro arrivo». K.F.

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