<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ospedali trentini: porte aperte
anche ai pazienti del Veneto

Un’ambulanza durante un soccorso a Torri del Benaco
Un’ambulanza durante un soccorso a Torri del Benaco
Un’ambulanza durante un soccorso a Torri del Benaco
Un’ambulanza durante un soccorso a Torri del Benaco

«Entro due mesi faremo una convenzione con il Trentino sul modello della zona del Primiero (dove gli abitanti, appunto trentini, possono curarsi da dieci anni nelle strutture ospedaliere venete come fossero residenti nella nostra regione, ndr). Gli uffici della Regione Veneto ci stanno già lavorando».

Ad assicurarlo è il direttore generale del comparto sanità della Regione Veneto, Domenico Mantoan.

Nei giorni scorsi Mantoan era stato destinatario di una lettera di protesta dei sindaci di Malcesine, Brenzone, Torri, Garda, San Zeno, sottoscritta pure dalla presidente della Conferenza dei sindaci e da quello di Federalberghi, proprio sullo «stop» alla convenzione con il Trentino per il trasporto dei casi urgenti dall'ospedale di Malcesine verso Rovereto.

Il numero uno della sanità veneta illustra la situazione dell'alto lago.

«Il dottor Pilerci e il dottor Martello», spiega Mantoan, «stanno lavorando a una convenzione come quella che abbiamo in atto e che funziona benissimo da dieci anni con il Trentino per l'area del Primiero». Cioè, in pratica, nel territorio a ridosso dei territori di Feltre e Belluno.

«Stiamo facendo con Trento un accordo di confine ampio sull’intera mobilità», spiega Mantoan. «Accordi di questo tipo sono previsti e incentivati dalla Conferenza Stato-Regioni. La convenzione riguarderà vari aspetti, anche la riabilitazione e non solo l’urgenza», ha proseguito Mantoan, «in modo da sistemare anche questo aspetto».

E prosegue: «L’accordo riguarderà varie strutture, sia pubbliche che private del Trentino e nostre. Abbiamo una tradizione di accordi col Trentino: i due presidenti, della Regione Veneto e della Provincia autonoma, faranno questo accordo che dovrà essere ratificato nelle rispettive giunte, e che è da me valutato anche se ci lavorano i tecnici regionali».

Riguardo lla convenzione stoppata a Venezia tra l'ex-Ulss 22 di Bussolengo e l’Azienda provinciale servizi sanitari di Trento Mantoan sottolinea: «La convenzione deve essere fatta tra Regione e Provincia autonoma, non tra Ulss».

Poi passa ai tempi necessari per l’attivazione. «Ci vorranno al massimo due mesi», spiega, «ma sono accordi che poi dureranno anni e quindi ci vuole un po' di tempo. Vale la pena aspettare qualche mese. La convenzione», aggiunge, «riguarderà non solo Malcesine, ma anche tutta la mobilità del Veneto sul Trentino e viceversa: è interesse reciproco portarla avanti nel migliore dei modi».

Da quanto trapela da Venezia, infatti, il Veneto avrebbe una «mobilità passiva» (cioè pazienti veneti che vanno a curarsi in ospedali del Trentino, ndr), in particolare nelle riabilitazioni cardiologiche private convenzionate di Arco, pari a circa 5 milioni di euro l'anno. Una cifra ragguardevole e che la Regione Veneto ha interesse ad abbattere, magari all'interno di un accordo generale.

La cura dei casi urgenti che afferiscono attualmente all'ospedale di Malcesine, a quanto ha confermato Mantoan, dovrebbe essere demandata alle strutture per acuti del Trentino, cioè agli ospedali di Rovereto e, per alcuni casi, anche di Arco, ancor più vicino a Malcesine.

La lettera inviata dai cinque sindaci, sottoscritta dalla presidente della Conferenza dei sindaci, Gabriella Manzato, e da Marco Lucchini, presidente di Federalberghi, sembrerebbe quindi avere smosso le acque torbide in cui l'accordo tra Veneto e Trentino si era impantanato.

Dall'alto lago i sindaci hanno comunque confermato una sorta di «stato di allerta verso la Regione».

«Se quanto è stato chiesto non verrà attuato», hanno già evidenziato nella lettera inviata a Mantoan e all’assessore regonale alla sanità Coletto, «saranno messe da noi in atto tutte le modalità di protesta che riterremo più opportune». Il conto alla rovescia verso la metà di maggio, termine di scadenza dei due mesi indicati dal direttore Mantoan, è già partito.

Gerardo Musuraca

Suggerimenti