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Operai «New Eco»
in sciopero: «Serit
inadempiente»

Il presidio degli operai alla Serit,  primo piano Roberto Malesani AMATO
Il presidio degli operai alla Serit, primo piano Roberto Malesani AMATO
Il presidio degli operai alla Serit,  primo piano Roberto Malesani AMATO
Il presidio degli operai alla Serit, primo piano Roberto Malesani AMATO

I dipendenti della New Eco (ditta in subappalto dalla Global Eco, alle dipendenze di Serit) hanno protestato ieri per il trattamento economico non adeguato, prendendo parte allo sciopero indetto da Adl (Associazione diritti lavoratori) Cobas. All’agitazione hanno partecipato una ventina di operai, è iniziata alle 13,30 ed è terminata in serata. La Serit svolge anche servizi di raccolta rifiuti e gestisce il bacino d’utenza del Garda.

«La New Eco in particolare si occupa della separazione dei rifiuti», spiega Roberto Malesani portavoce di Adl. «Tuttavia», dice, «il contratto applicato ai lavoratori non è adeguato. Oggi viene utilizzato il contratto di pulizie che però non è consono a questo stabilimento. Si dovrebbe invece applicare quello di igiene ambientale. Su queste basi è stata avviata una vertenza con la Serit. Per questo serviva dare un messaggio forte con lo sciopero».

Così Malesani spiega la situazione: «I dipendenti qui non fanno pulizie commerciali o industriali, si tratta invece di selezione dei rifiuti. È ben diverso. Oltre alle questioni legate alla salute, bisogna tener conto anche che si tratta di un lavoro difficile e pericoloso», specifica. «Il contratto di igiene ambientale è molto più oneroso di quello di multiservizi. Sono differenze retributive significative», sottolinea Malesani.

A fronte di queste richieste è stata avviata la vertenza e intavolata una lunga trattativa. Il rappresentante sindacale chiarisce che 10 giorni fa era stata presentata ai dipendenti una nuova offerta accettata dai lavoratori, relativo a un premio di produzione fino a fine anno per poi ridiscutere del contratto. «La trattativa, però è stata interrotta. Motivo? Mancanza di soldi». «Quindi», conclude Malesani, «la settimana prossima coinvolgeremo Amia (che controlla le quote di Serit) e, se serve, anche Agsm». N.V.

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