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Oleificio del Garda, il Comune
vuole cedere tutte le sue quote

Ex oleificio Coag di Brenzone: nuovo colpo di scena sulla vicenda
Ex oleificio Coag di Brenzone: nuovo colpo di scena sulla vicenda
Ex oleificio Coag di Brenzone: nuovo colpo di scena sulla vicenda
Ex oleificio Coag di Brenzone: nuovo colpo di scena sulla vicenda

La vicenda dell'ex oleificio Coag di Brenzone diventa un autentico «caso».

L'ultimo colpo di scena della già intricata questione arriva dal Comune di Torri, uno dei tre soci della società partecipata Oleificio Garda Veronese assieme a Brenzone e San Zeno di Montagna.

L'amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Nicotra, infatti, nell'ultimo consiglio comunale ha respinto la delibera riguardante le linee programmatiche da seguire in merito al futuro della struttura e della stessa partecipata.

Il fatto curioso è che gli stessi amministratori torresani avevano portato nell'aula consiliare il provvedimento, che aveva già avuto il parere positivo dei funzionari comunali sia dal punto di vista tecnico che contabile. Nonostante ci fossero insomma tutti i numeri per approvare la delibera, al momento della votazione, a sorpresa, i sei consiglieri di maggioranza presenti in aula hanno deciso di respingere la proposta di deliberazione, mentre i tre rappresentanti di opposizione si sono astenuti.

La questione dell'ex oleificio si era complicata quando i tre soci avevano deciso di mettere in liquidazione la partecipata e affittare l'immobile anche per sfruttare alcune agevolazioni fiscali.

Ma una circolare dell'Agenzia delle entrate aveva precisato come i beni oggetto di affitto d’azienda non potessero usufruire degli sgravi fiscali. Con la cessione del ramo d'azienda, invece, le tasse sarebbero schizzate a sessantamila euro annui invece che diecimila.

Da qui la decisione di revocare il bando di affidamento dell'immobile, che attualmente è in locazione ai Piccoli produttori di Castelletto, i quali nel frattempo erano riusciti ad ottenere un contributo regionale da 285mila euro per un progetto da 713mila euro in cui tra l'altro era compreso il rifacimento dell'oleificio, con un canone trentennale. La nota dell'Agenzia delle entrate però aveva cambiato le carte in tavola con la società che aveva deciso di annullare il bando.

L'ultimo passaggio amministrativo è stata la recente delibera sulle linee programmatiche legate alla struttura che i tre Comuni soci stanno presentando in questi giorni in Consiglio con cui si intende revocare il contratto d'affitto con la cooperativa degli olivicoltori gardesani per pubblicare successivamente un bando d'affitto del solo immobile e non più del ramo d'azienda per mantenere gli sgravi fiscali. Il provvedimento a Brenzone è stato approvato e con ogni probabilità passerà anche a San Zeno di Montagna, che lo voterà la prossima settimana. A Torri, come detto, è arrivato invece l'inaspettato stop.

Nicotra smentisce subito le voci che considerano il voto contrario una questione politica. «Non è assolutamente così. L'abbiamo bocciata in maniera compatta perché non ci sono idee chiare sulla programmazione legata all'oleificio, su cui non c'è un progetto concreto», afferma. «Lo stabile è da sistemare e il contributo non è sufficiente a coprire tutte le spese», continua il primo cittadino torresano. «La partecipata va chiusa e comunque noi intendiamo uscire, ci sono troppi debiti da sanare», afferma, «e non c'è convergenza sulla questione».

Il sindaco, tuttavia, ha annunciato che giovedì 2 marzo tornerà in consiglio comunale per votare nuovamente la delibera - questa volta, dice, «a favore». Ma con un vincolo: la cessione delle proprie quote nella partecipata, per Torri pari al 32 per cento (il 64 per cento sono di Brenzone e il restante quattro per cento di San Zeno).

«Le nostre quote», rivela inoltre Nicotra, «verranno cedute a Brenzone».

Sul punto le due amministrazioni hanno iniziato a discutere sulla possibilità della cessione. La conferma arriva anche dal sindaco di Brenzone Tommaso Bertoncelli: «Ci stiamo incontrando. Stiamo valutando il da farsi».

Emanuele Zanini

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