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«Non abbiamo bisogno
di queste iniziative»

«The Floating Piers»: sempre al centro dell’attenzioneCorsa a piedi nudi, approfittando dell’improvviso spazio
«The Floating Piers»: sempre al centro dell’attenzioneCorsa a piedi nudi, approfittando dell’improvviso spazio
«The Floating Piers»: sempre al centro dell’attenzioneCorsa a piedi nudi, approfittando dell’improvviso spazio
«The Floating Piers»: sempre al centro dell’attenzioneCorsa a piedi nudi, approfittando dell’improvviso spazio

Apprezzati o contestati per i motivi più diversi, i pontili galleggianti dell’artista bulgaro-newyorkese Christo sul lago d’Iseo hanno centrato l’obiettivo: attirare attenzione mediatica e, va da sé, centinaia di migliaia di visitatori. Una settimana dopo l’inaugurazione e a una dalla chiusura con successivo smantellamento (che sembra non sarà indolore dal punto di vista ambientale), articoli, video, immagini dell’opera e dello scenario in cui è stata allestita hanno fatto il giro d’Italia e del mondo. Stuzzicando magari anche la fantasia di qualche gardesano, affascinato dalla possibilità di vedere, un giorno, The Floating Piers collegare alcune località del più grande lago italiano. Christo però è stato chiaro: i pontili galleggianti del lago d’Iseo (15 milioni di euro pagati di tasca propria con la vendita dei bozzetti preliminari) resteranno un «unicum» nel panorama internazionale. Almeno con la sua firma.

Anche perché dopo aver bussato a varie porte in giro per il mondo, la scelta è caduta sul lago d’Iseo per la sua conformazione, per avere al centro Montisola (abitata da circa duemila persone) e perché non è un lago normalmente preso d’assalto dal turismo. Caratteristiche molto diverse rispetto a quelle del lago di Garda. La domanda però rimane: l’opera avrebbe potuto o potrebbe essere realizzata sul Benaco, magari in bassa stagione

«L’idea è bella, ovviamente valutando morfologia e impatto ecologico, che dovrebbe essere pari a zero», commenta Paolo Artelio, presidente del Consorzio di promozione turistica Lago di Garda Veneto. «Se ci fosse l’opportunità di riproporla in modo originale, senza copiarla, perché no?», aggiunge, «potrebbe essere un modo per allungare la stagione turistica».

Scettico Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda, che sottolinea come a suo giudizio il Benaco non abbia bisogno di iniziative di questa natura, «basate su aspetti quantitativi più che qualitativi». Ricorda che «da decenni il Garda si è posizionato sulla qualità della propria offerta ed è una delle poche località al mondo che può offrire tanti turismi: balneare, culturale, enogastronomico, termale e sportivo». Un parere personale, rimarca, «non disgiunto da altre preoccupazioni legate alla sicurezza, perché abbiamo correnti e venti molto diversi da quelli dell’Iseo».

Opinione condivisa dal presidente di Federalberghi Garda Veneto Marco Lucchini: «Il nostro lago è già uno scrigno di opere d’arte che hanno solo bisogno di essere valorizzate. Certo, sarebbe bello unire punta San Vigilio con l’Isola del Garda, ma ci si scontrerebbe tra le altre cose con le esigenze della navigazione e con l’ancoraggio della passerella: il Garda è molto più profondo e un mare rispetto a quello d’Iseo. Meglio investire per renderlo fruibile attraverso un sistema efficiente di piste ciclopedonali lungo le coste».

«A livello di promozione turistica gli amministratori del lago d’Iseo hanno fatto bingo, pur con diversi rovesci della medaglia, soprattutto a livello viabilistico e di gestione delle affluenze», commenta il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti. «Non sono contrario a priori», aggiunge, bisogna valutare i pro e i contro: ben vengano artisti e imprenditori con queste idee».

Il primo cittadino di Brenzone Tommaso Bertoncelli è pragmatico: «Da Torri in su sarebbe impossibile realizzare pontili galleggianti, a causa del moto ondoso provocato dall’Òra e del Pelér (i venti che soffiano sul Garda, ndr). Forse sarebbe più fattibile nel basso Garda, se le esigenze della navigazione di linea e da diporto lo consentissero«. Accarezza per un attimo la possibilità di collegare la terraferma con la vicina isola del Trimelone, ma anche qualora fosse completamente bonificata dai resti bellici »rimarrebbe il problema dei venti».

I benefici a livello turistico, conclude Bertoncelli, «potremmo averli comunque se un’opera analoga fosse realizzata in laghi piccoli a noi più vicini, come quelli di Ledro e Tenno in Trentino».

Katia Ferraro

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