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Nel grande silenzio
di Arquata portati
gli aiuti per il sisma

Un silenzio assordante. «È stata una bella esperienza, molto toccante perché abbiamo trovato un paese devastato dove colpisce il dominio del silenzio. Un silenzio pesante, perché è di chi, seppur sopravvissuto al sisma, ha perso tutto, anche persone care. C’è però la voglia di ripartire, pur sapendo che sarà un percorso lungo».

Con queste parole, il sindaco Alberto Mazzurana parla dell’esperienza del 9 dicembre quando, con il consigliere alle Politiche giovanili, Marta Agnellini, è andato ad Arquata del Tronto, paesino in provincia di Ascoli Piceno dove hanno incontrato il sindaco Aleandro Petrucci consegnandogli 4.736 euro: «Tremila e 736 erano stati raccolti il 1° ottobre alla serata ‘Amatriciana Solidale’ organizzata dalle associazioni del Comitato Valdadige e 1000 dall’associazione Quei de Belùm», ricorda. In totale, 4.736 euro di solidarietà.

Fa sapere Petrucci: «Abbiamo gradito questa donazione che contribuirà ad aiutarci; alla scossa del 24 agosto, che provocò 50 vittime, ne seguirono molte altre. Il 30 ottobre ce ne fu una fortissima che lesionò le case del paese, il ché mi costrinse a evacuare tutti gli abitanti: 1172 persone che ora sono negli alberghi della riviera o in case in affitto, lontano da Arquata del Tronto. Mi sento sindaco di un comune che non esiste più, dove non si può entrare perché l’esercito lo presidia per evitare atti di sciacallaggio, ma che vogliamo caparbiamente ricostruire. Lo vogliamo fare grazie all’aiuto delle tante associazione che ci sono vicine ma, soprattutto, dello Stato».

Prosegue Mazzurana: «Abbiamo scelto questo paese perché in esso ci identifichiamo un po’. Brentino Belluno conta circa 1400 abitanti ed è montano come Arquata. L’accoglienza è stata caldissima, da parte del personale sia amministrativo che di emergenza, come Protezione civile e vigili del fuoco, ma strana. Ci siamo infatti incontrati in un municipio che è allestito in più container. Mi piacerebbe tornare in estate per mantenere la relazione col paese e chiedere di cosa in particolare abbiano bisogno». Chiude Agnellini: «Il terremoto ha scatenato una forza distruttiva che ha lasciato un silenzio e un vuoto terribili, difficili da descrivere ma che spronano a non mollare e anche ad aiutare».B.B.

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