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Muore a vent’anni di malattia Disse: «Donate i miei organi»

Sofia Salvetti, 20 anni, di Cavalcaselle, studiava al Don Bosco
Sofia Salvetti, 20 anni, di Cavalcaselle, studiava al Don Bosco
Sofia Salvetti, 20 anni, di Cavalcaselle, studiava al Don Bosco
Sofia Salvetti, 20 anni, di Cavalcaselle, studiava al Don Bosco

Vent’anni, il sole addosso. La voglia di vivere, di stare con gli amici. La generosità di quei vent’anni, che già le avevano fatto dire ai genitori: «Se mi succede qualcosa, donate i miei organi». Ed è successo improvvisamente. E troppo presto. Sofia Salvetti, di Cavalcaselle, frazione ci Castelnuovo, è morta all’ospedale Confortini per una malattia fulminante. Era da qualche giorno che Sofia, studentessa del Liceo Scientifico Don Bosco, in via Provolo, mancava da scuola. Era stata poco bene. Aveva quel male alla testa che sembrava gliela facesse esplodere. E anche il vomito. I genitori l’avevano portata in pronto soccorso a Peschiera, ma dopo una serie di controlli la ragazza era stata rimandata a casa. Ma stava male ancora e così i genitori Sandro e Simonetta hanno deciso di portarla a Borgo Trento. Ed è lì che i medici hanno espresso la diagnosi, una sentenza definitiva. Per Sofia, nessuna speranza. Niente di contagioso, niente di virale, come dimostra il fatto che la giovane ha potuto donare gli organi. Sabato alle 10.30, si celebra il funerale nella chiesa dell’istituto scolastico Salesiano Don Bosco, in stradone Provolo. Si partirà dalla casa funeraria Menegardo Costantino in via dell’Industria 19, dove il feretro sarà esposto dalle 16 di oggi. Oltre ai genitori la ragazzina lascia un fratello, Francesco. «Saranno sempre impressi nei nostri cuori il sorriso di Sofia, la sua bontà d’animo, la sua cortesia, l’attenzione agli altri», ha detto don Roberto Guarise, il direttore della scuola. Una compagna aggiunge: «Ho sempre stimato Sofia, per il suo carattere: sempre combattiva, ma in modo positivo, non si fermava davanti a niente, quando si metteva in testa una cosa nessuno poteva farle cambiare idea». E un compagno: «Io avevo un buon rapporto con Sofia; quello che mi ha sempre stupito di lei è il suo sorriso, che sapeva farti cambiare l'umore anche nelle giornate peggiori. Sono convinto che lei è sempre con noi, come lo è sempre stata con quel sorriso e quella risata contagiosa che rendeva ogni giornata di scuola migliore». Un insegnante ha detto: «Ho imparato ad apprezzare le sue qualità: la riservatezza sulle sue cose personali, il radicato senso di giustizia, l’apprezzabile capacità di dire sempre le cose in faccia all’interlocutore, fosse un compagno o un insegnante. Era dolcissima Sofia, con un sorriso aperto e accogliente, con una risata squillante ed argentina, tipica di chi sa apprezzare la vita e l’ironia. Era molto sensibile, assai interessata ai temi della vita civile rispetto ai quali sentiva molto la responsabilità». E una sua insegnante: «La cosa che mi ha sempre colpito di lei era la sua grande determinazione, andava avanti, puntava l’obiettivo e non si faceva scoraggiare dagli incidenti di percorso. E poi la sua grande limpidezza: i suoi erano occhi di cui ti potevi fidare. Le cose te le diceva in faccia senza giri di parole». •

Alessandra Vaccari

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