Una lettera di due sindaci e un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno e a quello della Difesa per impedire che la motovedetta dei carabinieri ormeggiata a Torri venga fatta sloggiare dal porto.
A prendere carta e penna sono stati i sindaci di Brenzone, Tommaso Bertoncelli, e il vice di Malcesine, Claudio Bertuzzi, su indicazione di Nicola Marchesini, in questi giorni all’estero, e il deputato Vincenzo D’Arienzo.
«La motovedetta dei carabinieri deve restare a Torri per garantire al meglio il medio e alto lago», hanno scritto. «Sono già state fatte battaglie in passato per mantenere il presidio del nostro territorio e il controllo della navigazione sotto costa. Ora non si facciano retromarce lasciandoci senza questo fondamentale servizio. Il prefetto di Verona e il comandante provinciale dell’Arma ci aiutino a non sguarnire l’alto lago».
Da dove nasce il problema?
«Abbiamo appreso in questi giorni», hanno scritto i due sindaci al prefetto, Salvatore Mulas, e al colonnello Ettore Bramato, «di un possibile trasferimento della motovedetta dei carabinieri da Torri in un’altra sede, forse a Peschiera. Sottolineaiamo la nostra forte contrarietà a tale ipotesi in quanto lo spostamento della motovedetta verso la parte sud del Garda priverebbe tutta la parte a nord di San Vigilio di qualunque controllo, verifica e repressione delle irregolarità della navigazione nei nostri territori», hanno proseguito.
Ma perché la motovedetta dei carabinieri dovrebbe spostarsi dal porto di Torri? Perché c’è stata una precisa richiesta del sindaco, Stefano Nicotra. La richiesta era partita il 16 maggio dal Comune di Torri. «Ma l’abbiamo saputo solo oggi», hanno detto i due sindaci. Nicotra chiedeva al prefetto di spostare la motovedetta perché «occupa ben cinque ormeggi nel porto». Il primo cittadino di Torri, appresa la reazione dei colleghi e dell’interrogazione, per ora tace. Intanto però l’ipotesi del trasferimento della barca ha fatto sobbalzare i due sindaci dell’alto lago, che si sono detti disponibili ad accogliere la motovedetta nei loro porti se saranno ritenuti idonei. Molto irritato il deputato del Pd, Vincenzo D’Arienzo che ha presentato al ministro dell’Interno, Marco Minniti, e a quello della Difesa, Roberta Pinotti, un’interrogazione con cui chiede che l’imbarcazione sia confermata a Torri: «L’attuale dislocazione appare la più consona sia a garantire i controlli sotto costa e la sicurezza della navigazione, sia la repressione di eventuali violazioni al Codice della navigazione nella parte medio-alta del lago». Il parlamentare scaligero è stato durissimo nei riguardi di quanto richiesto da Torri.
«Quell’’imbarcazione espleta i controlli di sicurezza e soccorso e, proprio per le sue dimensioni, può soddisfare tutte le esigenze che dovessero presentarsi in ogni angolo del lago», ha detto D’Arienzo. «Un elemento di sicurezza per tutti, residenti e turisti. Pensavo fosse un lustro avere i carabinieri in casa, un elemento di tranquillità per il paese che li ospita e per il lago. Ma quanto accade a Torri pare non confermarlo. Il fatto che la barca sia grande viene usato per giustificare che sottrae ormeggi ad altre barche: come se la sicurezza dovesse essere subordinata all’ospitalità. La richiesta del sindaco di “interrompere il servizio di sicurezza e soccorso col mezzo ora in dotazione in quanto non necessario ai fini di una capillare vigilanza”, così com’è scritto, è irricevibile. Un delirio di onnipotenza che potrebbe danneggiare l’immagine del Garda. Se in Germania si venisse a conoscenza che a Torri cacciano via la barca delle forze dell’ordine prenderebbero per matto chi lo propone e il Garda farebbe una pessima figura».