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Motoscafo a fuoco
con 42 a bordo
Salvati dal battello

Il motoscafo viene condotto al porto di Riva
Il motoscafo viene condotto al porto di Riva
Il motoscafo viene condotto al porto di Riva
Il motoscafo viene condotto al porto di Riva

Naufragio sfiorato sul Garda per 42 turisti. La comitiva viaggiava spensierata sullo «Speedy Gonzalez», un grosso motoscafo privato adibito al trasporto di comitive sul lago. All'improvviso, un violento incendio si è sprigionato a bordo dell'imbarcazione della ditta Danti e solo l'intervento di una nave di linea in servizio ha evitato il peggio.

Tutto è accaduto ieri, intorno alle 13, quando a bordo dell'imbarcazione in difficoltà è scoppiato un incendio per cause ancora da accertare. Il motoscafo viaggiava al largo di Torbole, a pochi chilometri dalla costa veronese della vicina Malcesine. Quando è scoppiato l'incendio le fiamme e il fumo denso hanno costretto i quarantadue turisti a cercare riparo a prua, per mettersi in salvo. La situazione è apparsa subito drammatica perché la grossa imbarcazione da diporto è andata a fuoco a una distanza consistente dalla riva del lago, rendendo molto difficile, se non impossibile, l'impresa di nuotare fino a riva, anche perché la temperatura delle acque è ancora tutt'altro che tiepida.

QUANDO SI TEMEVA il peggio, come un angelo buono, è arrivata la Solferino, nave gemella della San Martino, della compagnia governativa Navigarda. Si tratta di un piroscafo del 1960, capace di portare 300 persone. Per una benevola fatalità della sorte, solo pochi giorni fa la compagnia di navigazione aveva ripreso il servizio. La Solferino, dopo la lunga pausa invernale, aveva infatti ricominciato a solcare le acque del Garda collegando la costa veronese di Malcesine a quella bresciana di Limone per poi raggiungere la parte trentina di Torbole e Riva, con più traversate al giorno, andata e ritorno. È stato proprio in vista di Torbole che l'occhio esperto del capitano Mario Bettini ha colto in lontananza, dalla plancia di comando la gravità del momento. Subito è scattata la procedura di Sos. «Avanti tutta», ha ordinato dalla plancia di comando, con i motori spinti al massimo per fronteggiare l'emergenza e raggiungere il motoscafo dove i tutti avevano ormai indossato il giubbotto di salvataggio, rassegnati a un bagno fuori stagione.

«Appena la nostra nave ha affiancato il motoscafo a bordo del quale si era sprigionato l’incendio», spiega l'ingegnere Davide Mandini, direttore Navigarda, «i passeggeri sono stati tratti in salvo e soccorsi immediatamente, ed è stato un intervento davvero provvidenziale perché c'era già qualcuno, preso dal panico, che voleva buttarsi in acqua».

L'operazione non è stata facile perché l'innalzamento del calore poteva raggiungere le caldaie e i serbatoi della Solferino, con conseguenze facilmente immaginabili. Sicché la manovra di accostamento e trasbordo dei malcapitati è avvenuta in codice rosso, procedura d'urgenza, mentre volute di fumo nere si levavano alte nel cielo azzurro di una splendida giornata primaverile, che tutto lasciava presagire tranne un incidente di questa portata, che poteva davvero finire in tragedia. «Spegnere le fiamme è apparsa subito un'impresa molto impegnativa», conferma Marco Camparada, comandante della Squadra nautica della Polizia di Stato di Riva. E aggiunge: «Appena la Solferino è partita per salvare gli sfortunati turisti, la lancia dei vigili del fuoco ha tentato di domare l'incendio ma non c'è stato nulla da fare».

Così il motoscafo Speedy Gonzalez è stato trainato fino a Torbole dove, nel frattempo, erano arrivate due grosse autopompe dei vigili del fuoco che hanno spigionato getti d'acqua ad alta pressione per spegnere l'incendio ed evitare che ciò che restava dell'imbarcazione colasse definitivamente a picco.

Danilo Castellarin

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