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«Manca una cabina di regia per la promozione del lago»

Il lungolago di Garda, preso d’assalto da turisti e veronesi durante i mesi estivi
Il lungolago di Garda, preso d’assalto da turisti e veronesi durante i mesi estivi
Il lungolago di Garda, preso d’assalto da turisti e veronesi durante i mesi estivi
Il lungolago di Garda, preso d’assalto da turisti e veronesi durante i mesi estivi

Sulla promozione del lago monta la polemica. Dopo l’intervento di Davide Bendinelli, deputato di Forza Italia e sindaco di Garda, che ha invitato Comuni ed operatori benacensi a fare squadra per attivare rapidamente la Dmo - destination management organization – del Benaco e dare impulso alla promozione da tre anni del tutto assente, scendono in campo Federalberghi e la Regione, chiamati in causa dal primo cittadino parlamentare. «Bendinelli ha ragione. È inutile gongolare nel rileggere le cifre record del turismo gardesano degli anni scorsi. Bisogna fare i conti con la realtà e questa stagione è più critica delle precedenti. Tra le cause, anche la nostra incapacità di capitalizzare il vantaggio acquisito su altre mete che, al centro di crisi geopolitiche o vittime di episodi di terrorismo, sono state abbandonate per qualche tempo dai clienti del Nord Europa e anche dai connazionali e ora tornano appetibili». Marco Lucchini, presidente di Federalberghi Garda Veneto, si sente in sintonia con il deputato-sindaco, che è anche un collega albergatore. Ma su un aspetto vuole fare chiarezza. Federalberghi non è stata passiva. «Da tempo denunciamo che manca una modalità concertata per presentare il prodotto Lago al mercato. Il Consorzio non è stato in grado di centrare la mission per la quale era nato. Infatti gli albergatori l’hanno via via abbandonato. Ugav srl, la nostra società di servizi, è uscita. E adesso l’unica strada sembra affidata alla Dmo». Il punto è capire come organizzarsi. Al momento la «creatura», riconosciuta dalla Regione nel 2015, è coordinata dalla Camera di Commercio e partecipata dai Comuni del comprensorio, Aeroporto Catullo, Fondazione Arena, Ente autonomo fiere e Consorzio lago di Garda Veneto. Un tavolo poco operativo e molto poco benacense. «Sui risultati che il sistema turistico gardesano è in grado di conseguire, sono tutti pronti a riempirsi la bocca, a snocciolare cifre, a parlare di traguardi mai raggiunti prima», lamenta Lucchini. «Ma quando si tratta di affrontare i problemi e soprattutto di ascoltare gli operatori locali, l’interesse cala. Albergatori, campeggiatori ed altri imprenditori del turismo locale non hanno voce neppure negli organismi previsti dalla legge regionale 11 del 2013». Anche l’assessore veneto al Turismo, Federico Caner, interviene. «Capisco il grido d’allarme del sindaco Bendinelli e la necessità di far partire le Dmo, utilizzando la tassa di soggiorno come strumento di finanziamento, però sostenere che i Consorzi sono inattivi per la legge regionale non corrisponde a verità. In altri contesti ad esempio sul litorale adriatico, sono attivi e cofinanziano le iniziative con contributi dei soci privati». La legge non avrebbe posto limite ai finanziamenti ai Consorzi. «È il meccanismo di rapporto tra pubblico e privato che è cambiato», prosegue Caner. «Il sistema di sostegno previsto in passato non esiste più. La Regione può concedere un contributo al Consorzio, sempre se il bilancio lo consente». E il Benaco, secondo Caner, nonostante il forte ridimensionamento delle risorse disponibili, ha ricevuto. «Nessun altro comprensorio ha avuto tanto. Le cifre parlano chiaro: dal 2015 ad oggi, sono stati erogati al Consorzio Garda Veneto circa 828 mila euro, come previsto dal Progetto di Eccellenza Mibact-Regioni, per la valorizzazione del sistema turistico Interregionale del lago», sottolinea. «Per il futuro è giusto guardare a esperienze che si sono rivelate utili, come quelle di Bibione e Treviso: soluzioni da prendere a modello». •

Valeria Zanetti

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