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Malati da tempo Ecco la cura per i ponti sull’Adige

La segnaletica all’imbocco del ponte  in Valdadige, costruito nel 1941 Il ponte sul fiume in ValdadigeUn progetto di nuovo ponte tra Peri e Rivalta
La segnaletica all’imbocco del ponte in Valdadige, costruito nel 1941 Il ponte sul fiume in ValdadigeUn progetto di nuovo ponte tra Peri e Rivalta
La segnaletica all’imbocco del ponte  in Valdadige, costruito nel 1941 Il ponte sul fiume in ValdadigeUn progetto di nuovo ponte tra Peri e Rivalta
La segnaletica all’imbocco del ponte in Valdadige, costruito nel 1941 Il ponte sul fiume in ValdadigeUn progetto di nuovo ponte tra Peri e Rivalta

Per una quarantina di chilometri, è l’unico attraversamento dell’Adige. Ha tre quarti di secolo, ma un’alternativa non c’è: o si passa di lì o si scende più a valle (oppure si sale a monte). Con un occhio alla tenuta della struttura e l’altro al fiume in piena, quando capita: passare il ponte mentre è sotto pressione per la corrente può essere un azzardo. Logico che da anni in Valdadige (e non solo) si discuta del pensionamento del ponte tra Peri e Brentino Belluno e della sua sostituzione. Tema che, se non altro dal punto di vista della sicurezza, si è riposto in questi giorni nell’allarme generalizzato sullo stato delle infrastrutture del Paese dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. Dopo anni di discussioni, incontri, polemiche e accordi, l’iter per la realizzazione del nuovo ponte che possa congiungere la Statale 12 del Brennero all’altezza della frazione di Peri con la provinciale 11 a Rivalta di Brentino Belluno, sembra essere però a buon punto. «C’è stata una forte accelerazione nell’ultimo anno», dice convinto Massimiliano Adamoli, sindaco di Dolcè, Comune capofila dell’intervento. Dopo l’accordo firmato lo scorso 11 dicembre, il 3 settembre prossimo la società consortile Asmel, che gestisce duemila comuni, a cui è stata affidata la progettazione dei lavori, comunicherà chi ha vinto la gara. Ci saranno poi i tempi burocratici per presentare osservazioni, per lo studio, per avere tutte le carte in regola, per chiedere le autorizzazioni alla Soprintendenza, al Genio Civile... «Nel giro di una decina di mesi dovremmo avere tutto a posto per dare l’appalto dei lavori», commenta Adamoli, «Si tratta di una gara grossa, quindi abbiamo deciso di affidarla a questa società consortile; vedremo tutti i dettagli. Sia il sottoscritto che il sindaco di Brentino Belluno, Alberto Mazzurana, ci siamo impegnati moltissimo nel reperire i fondi per la realizzazione del nuovo ponte e nel destinarli a un’opera strategica non solo per la provincia di Verona, ma per la viabilità dalla Lessinia verso il Garda Baldo», spiega ancora il sindaco di Dolcè. «Aabbiamo fatto vari incontri in questo senso sia con i vertici dell’autostrada A22 che con la Provincia. La risposta è arrivata dal Fcc, Comitato paritetico del Fondo dei comuni confinanti, progetti di area vasta, per 7 milioni e 550 mila euro nel 2016 con l’aggiunta di 950 mila euro della Regione Veneto». Il collegamento tra le due sponde dell’Adige in questo punto è davvero strategico e l’unico nel giro di circa 40 chilometri: a nord c’è quello di Borghetto e a sud quello di Sega di Cavaion. Ma soprattutto questo ponte rappresenta la valvola di sfogo per l’autostrada A22. Quando ci sono incidenti o code, infatti, tutto il traffico viene deviato su questo ponte che risulta intasato specialmente di mezzi pesanti e poi sulla statale. Un ponte ormai precario, visto la mancanza di manutenzione, che deve necessariamente ormai essere sostituito. Il «ponte di nessuno» così chiamato perché non appartiene a nessuno dei due comuni fu costruito nel 1941 dalla Sima, Società Idroelettrica Medio Adige per trasportare il cemento per realizzare il Bifis, fu fatto poi saltare nel ’45 per ostacolare i tedeschi e poi ricostruito. Nessuno quindi dalla sua nascita si prende la responsabilità della manutenzione e della cura del manufatto, nonostante la sua importanza. «La ricostruzione di questo ponte dovrebbe essere a cura dello Stato», dice Adamoli, «non di due Comuni come Dolcè e Brentino Belluno di circa duemila abitanti». •

Giancarla Gallo

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