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Mai così tanti turisti, ma è caos promozione

Pienone di turisti sul lungolago di Lazise in una serata estiva
Pienone di turisti sul lungolago di Lazise in una serata estiva
Pienone di turisti sul lungolago di Lazise in una serata estiva
Pienone di turisti sul lungolago di Lazise in una serata estiva

Il lago di Garda incornicia un 2016 senza precedenti per il turismo, con un aumento del 5,82 per cento degli arrivi (2.758.447) e un incremento del 7,31 per cento delle presenze, che sfiorano quota 13 milioni (12.917.222 per la precisione). Eppure istituzioni ed operatori non sorridono.

«Siamo come un surf che ora cavalca l’onda, approfittando delle diverse variabili che spingono i visitatori a scegliere il Garda, ma appena la situazione politica ed economica si assesterà nel Nord Africa e nel Medio Oriente, ci accorgeremo che in questi anni abbiamo fatto ben poco per consolidare la nostra posizione di mercato», avverte Marco Lucchini, presidente di Federalberghi Garda Veneto, intervenuto ieri alla presentazione dei dati sul turismo in provincia, nella sede dell’amministrazione dei Palazzi Scaligeri.

A fare gli onori di casa il presidente della Provincia, Antonio Pastorello, affiancato dall’amministratore unico di Turismo srl, Loris Danielli, dall’assessore al turismo di San Zeno di Montagna, Massimo Zanetti e dal responsabile eventi di Gardaland, Massimo Zuccotti. Pubblico e privato allo stesso tavolo ad esternare la soddisfazione per l’oggi e le perplessità per il domani.

«Nel 2006 abbiamo tagliato il nastro dei 10 milioni di presenze. In dieci anni il territorio, compresa la città, ha raggiunto i 16,5 milioni», esordisce Pastorello. «Ma non dobbiamo scordare che questo risultato si deve anche alle difficoltà di Paesi concorrenti che a breve potrebbero tornare ad essere competitivi. È indispensabile approfittare di questa fase per crescere, offrire pacchetti, strutturare la nostra proposta e promuovere il prodotto lago di Garda all’estero, fidelizzando la clientela», aggiunge.

Ma il nodo resta la gestione del settore, con i suoi punti dolenti: i finanziamenti e la governance. La legge veneta 11/2013, istitutiva delle Dmo, non ha mai funzionato. La Regione è titolare della delega, ma destina briciole al comparto. Difficile finanziare in quota parte la promozione, dal momento che i Comuni gardesani, che hanno imposto la tassa di soggiorno, si servono del gettito anche per far fronte ad interventi di tutt’altra natura. «In pratica con questi soldi si tappano pure le buche delle strade, visto che da Roma i trasferimenti sono sempre più esigui», spiega Zanetti. Difficile individuare l’ente che, raccolti i fondi, si dedichi alla promozione. Persino l’accoglienza ai turisti è affidata alla fantasia delle amministrazioni: c’è chi ha dato in gestione lo Iat a privati, chi alle Pro loco, chi agli albergatori, senza alcuna regia. Il personale fa quello che può ed in genere informa per il Comune di competenza, senza orientare adeguatamente chi chiede delle manifestazioni o delle strutture sul territorio confinante.

OGNUNO PER SÉ. In pratica si è tornati alla politica del campanile: ogni paese fa per sé e a soffrire sono i piccoli. Da qui l’appello di Zanetti. «Le località più conosciute vivono di rendita, ma i piccoli Comuni come il nostro possono solo sperare in un’azione di promozione concertata ed unitaria», dice.

«Abbiamo una ricchezza straordinaria cui contribuiscono anche i parchi tematici e del divertimento, occorre fare squadra», ripete Zuccotti. «Enti, associazioni ed amministrazioni devono mettersi al servizio di un territorio del quale occorre preservare ambiente e migliorare viabilità, ma che rappresenta la nostra ricchezza anche per il futuro», gli fa eco Lucchini.

LE CIFRE. Intanto si scorrono le cifre di un successo dovuto in buona parte alla clientela estera, l’84,36 per cento del totale sul lago, il 77,37 nell’intera provincia. In testa gli ospiti di area tedesca (6,6 milioni tra tedeschi ed austriaci) che da soli rappresentano il 55,90 per cento, seguiti dai visitatori dei Paesi Bassi (1,6 milioni), il 15 per cento e della Gran Bretagna, 747 mila, ovvero l’8,6 per cento.

In prima posizione sempre Lazise, a 3,3 milioni di presenze; sul podio anche Peschiera, a 2,3 milioni e Bardolino, a 2 milioni. «Segue Malcesine a 1,1 milioni e guadagna posizioni Castelnuovo del Garda, a 959 mila presenze. La ragione è presto detta: riescono a crescere le località che hanno margini di ricettività. Ai risultati di Castelnuovo contribuisce il resort di Gardaland, che rende disponibili un centinaio di stanze.

Mentre Bardolino e Garda sono già sature e quindi gli incrementi di arrivi e permanenze sono meno significativi», illustra Danielli. Preferite al solito le soluzioni offerte dalle strutture ricettive complementari, come campeggi e villaggi, che totalizzano otto milioni di presenze.

IL RESTO DELLA PROVINCIA. Bene anche la Lessinia e il resto della provincia (senza contare Verona città, per quella vedie servizi nelle pagine di cronaca). La Lessinia registra 76.617 arrivi con una crescita del 4,78 per cento e 216.455 presenze (+8,42), distribuite in modo omogeneo nell’alberghiero e nel complementare. L’Est e la pianura veronese valgono 638.251 arrivi (+5,77) e 1.315.893 presenze (+14,30 per cento), concentrati soprattutto negli alberghi della cintura urbana, che accolgono operatori fieristici e ospiti del turismo congressuale.

Valeria Zanetti

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