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Ma tre «tornado» sono troppi
Sos da Brenzone alla Regione

Una strada trasformata in fiume dalla pioggia di una settimana fa a Brenzone
Una strada trasformata in fiume dalla pioggia di una settimana fa a Brenzone
Una strada trasformata in fiume dalla pioggia di una settimana fa a Brenzone
Una strada trasformata in fiume dalla pioggia di una settimana fa a Brenzone

«Tre eventi atmosferici critici come quelli subìti tra il 24 luglio e il 10 agosto hanno creato danni, disagi e spese davvero notevoli per il nostro municipio. Chiediamo per questo che la Regione Veneto intervenga a supporto del Comune di Brenzone». L’ha in una lettera completa di allegati, prospetti e foto, inviata il 14 agosto, il sindaco Tommaso Bertoncelli che in una relazione di 22 pagine dà conto di quanto accaduto in soli 17 giorni nel comune che si estende dalle rive del lago fino alla sommità del Baldo.

Ed è proprio questa la zona più danneggiata dalla colata di detriti, esondazioni di valli, crolli di muri, che ha fatto impiegare più energie e risorse economiche al municipio.

Nel gergo tecnico il sindaco ha chiesto a Luca Zaia, presidente della Regione, l’«attivazione della procedura per la valutazione del riconoscimento di stato di crisi per calamità, ovvero di eccezionale avversità atmosferica per i fenomeni del 24 luglio, del 6 e del 10 agosto». Dopo i comuni di Torri, di Costermano e Caprino, quindi, anche Brenzone ha fatto la conta dei danni e ha visto che le risorse impiegate per fare fronte ai danni sono ingenti e superano le possibilità economiche di una realtà che conta poco meno di 2.500 residenti.

«Il 24 luglio», si legge nella lettera, «il territorio di Brenzone è stato interessato da nubifragi con forti precipitazioni, forti raffiche di vento e violente grandinate». Il 6 agosto e il 10 agosto altrettanto. Risultato: «I danni causati dal forte vento e dalle forti piogge sono stati ingentissimi. Almeno una decina di alberi è caduta a terra e, a volte, anche su auto di privati. Altri alberi sono da tagliare perché pericolanti, vari muri di sostegno sono crollati per le forti piogge ma, soprattutto, la colata di detriti che ha investito Prada ha causato i maggiori problemi, sia alla circolazione che in termini di danni e di necessità di interventi, tutti effettuati tutti in somma urgenza per garantire la incolumità delle persone e porre rimedio a criticità viabilistiche, oltre che di sicurezza».

«Per tamponare la situazione», prosegue il sindaco, «ci siamo subito attivati con l'ufficio tecnico per effettuare interventi per smaltire, far pulire le strade, tagliare tronchi e quant’altro. Tutti lavori che andranno regolarizzati entro trenta giorni e vanno trovate le risorse per coprire le inaspettate spese. Ma il lavoro non è finito, soprattutto a Prada dove stiamo lavorando di concerto con i Servizi forestali: anche alvei di torrenti e valli sono stati letteralmente devastati». Da qui la richiesta del riconoscimento dello stato di crisi.

Il sindaco spera cioè che il presidente della Regione Veneto, così com’è stato fatto per Cavallino Treporti e zone limitrofi a Jesolo, investite da una violentissima tromba d’aria che ha spazzato via alberi, automobili, pedalò sulle spiagge e divelto pali e bungalow, riconosca altrettanto stato di crisi per Brenzone.

Bertoncelli, inoltre, rivolge «un plauso e un grandissimo grazie alla Protezione civile comunale, guidata da Mario Alpino. Con oltre dieci volontari sono intervenuti subito, in coordinamento con la Protezione civile della Provincia, che pure ringrazio, e hanno dato supporto anche ai colleghi di Torri, che pure se la sono vista brutta come noi».

Per inciso, dal report che il sindaco ha inviato a Zaia risulta anche che la Protezione civile comunale sia non solo intervenuta gratuitamente ma anche senza rimborsi spese per i volontari.

Gerardo Musuraca

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