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Lascia il posto fisso
per stare con gli orfani

Il sindaco Stefano Passarini con la volontaria Marianna Consolini
Il sindaco Stefano Passarini con la volontaria Marianna Consolini
Il sindaco Stefano Passarini con la volontaria Marianna Consolini
Il sindaco Stefano Passarini con la volontaria Marianna Consolini

Un cambio di vita. Totale. Sempre tra i bambini. Non più quelli del Baldo Garda ma quelli abusati, poverissimi e senza famiglia dell'America Latina. Ha fatto la scelta di stare accanto a loro Marianna Consolini, 32 anni, di Albarè di Costermano, il cui nonno era fratello del campione olimpico Adolfo Consolini. Dal 30 giugno al 14 novembre è rientrata temporaneamente nella casa natia per poi tornare all'orfanotrofio di Ñaña, nella periferia di Lima in Perù, dove opera come volontaria dell’Operazione Mato Grosso (Omg).

Racconterà la sua esperienza domani alle 20,30 nella sala civica di Costermano sul Garda, accolta anche dal sindaco Stefano Passarini, che dice: «Sono onorato di avere una cittadina che aiuta i bambini e gli adolescenti rimasti senza genitori. Torna qui ogni tre anni e mi contatta sempre per raccontarmi l'evoluzione della sua esperienza che potremo conoscere domani». Spiega Marianna Consolini: «L'Omg è un movimento giovanile creato 50 anni fa dal sacerdote salesiano padre Ugo De Censi, valtellinese, che propone ai giovani di aiutare gli altri, in particolare i poveri dell'America Latina. In Italia», spiega, «migliaia di ragazzi lavorano per sostenere le circa cento missioni dell'Omg in Bolivia, Brasile, Equador e Perù dove ci sono 350 italiani, una decina veronesi. Io sono nella missione di Ñaña. Avevo 16 anni quando, con gli amici del Gruppo Affi, ho iniziato a operare su questo fronte».

A parte chi va in missione, gli altri si danno da fare qui.

«Raccolgono ferro, fanno tinteggiature, sgomberi, giardinaggio a privati in cambio di donazioni interamente devolute alle missioni», continua. «Con altri ragazzi dell'Omg domani parlerò della Casa dei bambini di Ñaña, riconosciuta ufficialmente dal Ministero di giustizia peruviano e dalla Segreteria tecnica di adozioni. Accoglie ragazzini segnalati dai Servizi sociali, raccolti dalla strada, bisognosi di una famiglia che hanno subito maltrattamenti, abbandoni, violenze e aspettano di trovare una mamma e un papà. Io e altre due volontarie, aiutate dalle assistenti peruviane cui diamo un lavoro, li seguiamo nella quotidianità. Dormiamo, mangiamo, giochiamo con loro, li aiutiamo a fare i compiti. In Italia cerco di promuovere l'adozione negli enti preposti». Marianna non ha fatto questa scelta in un momento di crisi. «La mia vita mi piaceva, ho una bella famiglia, nel 2008 lavoravo alla scuola dell'infanzia e nido integrato San Pancrazio di Caprino con contratto a tempo indeterminato. A novembre i miei amici dell' Omg, sapendo che Rosanna la volontaria che nel 1994 ha aperto la Casa era sola, mi proposero di andare per due anni ad aiutarla. Ci pensai una settimana, lo dissi ai miei genitori, mi licenziai e, finito l'anno scolastico, partii. Pensavo di andare in Perù a cambiare qualcosa», prosegue, «invece sono stati i bambini a cambiare me. Hanno sofferto tantissimo, subito ferite profonde ma hanno un’immensa voglia vivere. Stare con loro e fare qualcosa per loro è il più bel regalo che la vita poteva fare a me». B.B.

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