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«La violenza esiste Bisogna agire subito e ascoltare le donne»

Gianpaolo Trevisi fa il pienone a Castelletto. La serata, organizzata dal Ctg di Brenzone, ha incassato grande successo sia di pubblico che di gradimento nonostante l’argomento: si è parlato infatti di violenza sulle donne, di femminicidi e «cosa la società possa e debba fare per limitare i disagi e fermare queste situazioni ai danni delle donne». Il libro «L’Amore che non è», scritto dal notissimo poliziotto-scrittore, ha dato la stura perché al Garda family House si prendesse pubblica coscienza di un fenomeno sempre più dilagante. «Mi vergogno di essere un uomo», ha detto Trevisi, «quando sento e vedo cosa accade alle donne a causa di un compagno, marito o fidanzato che angherizza a volte fino all’omicidio. Ma vergognarsi non basta: bisogna agire parlandone. Io ci credo e, con i due amici di Macramè, sto girando tutta la provincia per queste serate di sensibilizzazione, ma ognuno si deve impegnare ad agire come può». Trevisi è direttore della Scuola di Polizia di Peschiera, dove insegna ai giovani poliziotti che «quando una donna viene a sporgere denuncia, va buttato via l’orologio perché non si può contare in minuti o in ore il tempo che serve a raccontare anni di violenze o soprusi. A volte per una denuncia servono giorni, anche una settimana ma si deve ascoltare tanto se si vuole dare una vera risposta alle donne». Il pubblico è rimasto attento per tutta la serata. Le lettrici, due ragazze di Brenzone, si sono alternate nel leggere passi del libro, intervallate da canzoni di Roberto Vecchioni, interpretate dai Macramè. «Da queste sere», ha aggiunto Trevisi, «a volte si esce depressi, venendo a sapere ciò che accade. Ma sono storie vere che spiegano “l’amore che non è” e “l’amore che è”». Sono stati dati anche consigli pratici alle tante studentesse intervenute. «Se il vostro ragazzo vi ha picchiato ma vi dice che non accadrà più, non credetegli: ricapiterà. Se usa violenza o cerca di annichilirvi, non è amore. Non lasciate che queste azioni restino impunite, allontanatevi». Poi: «Non mettete mai vostre foto sconvenienti nelle mani di fidanzati o mariti, nei social o in whatsapp: non si sa mai come andranno le cose. Ci sono casi di suicidi perché queste foto o video finiscono in rete». • G.M.

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