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La Serit muove le ruspe ma il Comune le ferma

Rivoli, località Terramatta:  il cancello del cantiere è aperto ma l’escavatore è fermo   FOTO PECORA
Rivoli, località Terramatta: il cancello del cantiere è aperto ma l’escavatore è fermo FOTO PECORA
Rivoli, località Terramatta:  il cancello del cantiere è aperto ma l’escavatore è fermo   FOTO PECORA
Rivoli, località Terramatta: il cancello del cantiere è aperto ma l’escavatore è fermo FOTO PECORA

Chi sperava nel dialogo ha dovuto ricredersi. Al posto di una telefonata per parlare del futuro dell’impianto di recupero di rifiuti che dovrebbe sorgere a Rivoli, Serit ha dato via libera alla Parolini spa (ditta esecutrice) e in località Terramatta ha riaperto il cantiere. Martedì mattina è entrato in azione un grosso escavatore che durante la giornata ha asportato materiale vegetale, movimentato da due o tre camion. Il sindaco Armando Luchesa non voleva credere ai propri occhi, ma poi ha messo in moto l’area tecnica comunale e mercoledì alle 19 ha emanato un’ordinanza di sospensione lavori - l’ennesima dall’inizio di questa guerra - che ora è pubblicata all’albo pretorio e ha raggiunto Serit, oltre che ditta esecutrice, polizia municipale, settore Ambiente della Provincia e Procura della Repubblica. Ieri in tarda mattinata il cancello che si apre sull’area di 58 mila metri quadri interessata ai lavori era aperto, vi sono entrati due camion, ma l’escavatore si è fermato e con ogni probabilità si è trattato solo di interventi necessari a rendere effettiva la sospensione delle attività. A questo punto parti in causa e cittadini guardano alla Provincia, che deve concludere il procedimento di decadenza dell’approvazione del progetto iniziato il 14 dicembre 2017 su sollecitazione del Comune di Rivoli (del 15 novembre). Anche il Tar sollecita in questo senso. La determinazione provinciale che autorizza a costruire è del 28 settembre 2015 e cita espressamente che «i lavori di allestimento dell’impianto dovranno iniziare entro 12 mesi e la messa in esercizio dovrà avvenire entro 36 mesi dalla data di emissione del presente provvedimento. In caso di mancato rispetto di tali termini la presente determina di approvazione decadrà automaticamente». Se ha ragione Rivoli ed è decaduta, i lavori non potevano ripartire martedì. Se ha ragione Serit e così non è, il sindaco non poteva sospenderli due giorni fa, per espressa sentenza del Tar. Ma la questione non è liscia come appare. «Qui siamo tra Scilla e Cariddi», sbotta il presidente della Provincia Antonio Pastorello, «le due parti la fanno semplice, entrambe convinte di avere ragione, hanno avvocati che lavorano alla vicenda da anni. Noi faremo una riunione anche oggi con dirigenti, ufficio ecologia e ufficio legale, ma rispondere con equilibrio richiede tempo. La materia è complessa e dobbiamo valutare bene. Ripeto: non abbiamo interesse a favorire l’uno o l’altro, qui si tratta di agire secondo la legge». E intanto? «Rappresento l’interesse di 2.200 persone, quell’impianto per lo sviluppo di Rivoli non va bene», ribadisce Luchesa, «tuttavia capisco che ci sono impegni da rispettare, oneri. Per questo tengo la porta aperta al dialogo e spero di incontrare i vertici di Serit come lo stesso presidente di Agsm Michele Croce». Per nulla interessata a trovare soluzioni pacifiche e piani alternativi sembra Serit. Contattato per sapere cosa intenda fare dopo la sopravvenuta ordinanza di sospensione lavori, il neopresidente Massimo Mariotti fa capire di non darle peso. Come dire: avanti così. •

Francesca Mazzola

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