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La Preonda è una pietra ma ne ha fatta di strada

La Preonda in una fotografia d’epoca di Bardolino
La Preonda in una fotografia d’epoca di Bardolino
La Preonda in una fotografia d’epoca di Bardolino
La Preonda in una fotografia d’epoca di Bardolino

È stato pubblicato sull’ultimo numero del quaderno culturale Il Baldo uno studio sulla Preonda. A porre l’attenzione sulla pietra rettangolare, da sempre al centro della tradizione orale della Comunità bardolinese, il ricercatore e studioso Giuliano Sala. A lui il merito di aver ripercorso le origini di questa antica tavola di pietra rossa rozza levigata che fa bella mostra di sé a fianco del porto. Un articolato e approfondito articolo che si è posto l’obiettivo (riuscito?) di spazzare vie le leggende e dare una risposta chiara e univoca sulla storia di una pietra alla quale è stata dedicata anche una canzone dal musicista e paroliere Vittorio Bettega, lombardo nato nel 1909 sul lago di Como che mise poi radici sul Garda. Recita la canzone: «Canta che ti passa il mal d'amore. Canta che farai ritorno al paese amato, canta che avrai fortuna e felicità. Ma vale soltanto se fai un giro attorno alla preonda». A parte l’aspetto folkloristico, tutt’altro che secondario, è importante partire dal nome Preonda. Il termine si ritiene generalmente composto dalla voce dialettale prea unita a onda col significato di pietra a contatto con l’onda del lago. Secondo Sala si tratta di una ipotesi errata dato che in origine la pietra non era in prossimità lago ma si trovava sulla piazza del Comune. Lo studioso sostiene che il nome provenga dall’unione delle voci dialettali prea e tonda. Così doveva essere stata chiamata quando la forma della pietra in origine sarebbe stata rotonda e quindi il nome sarebbe stato tramandato indipendentemente dall’aspetto. «In una carta del 1476 ho notizia della presenza di una pietra rotonda nella piazza comunale di Bardolino», scrive Sala. «Un atto di locazione da parte dell’arciprete della pieve di Caprino don Marco Malusati da Caravaggio viene redatto il 22 gennaio di quel 1476 in Bardolino sopra la piazza del Comune presso la pietra rotonda conficcata nel mezzo della piazza. La pietra quindi era in origine rotonda e avrebbe giustificato il nomignolo Preonda come contrazione delle voci dialettali prea tonda. E per quanto ne concerne la funzione, data la sua posizione in piazza di fronte all’antico municipio», conclude Sala, «penso potesse essere ad uso dei banditori comunali. La pietra venne nel tempo rimpiazzata, fino ad arrivare a quella rettangolare che tuttora vediamo e pertanto l’attuale Preonda che conosciamo sarebbe di fattura assai meno antica». Di certo in passato fu una vera e propria tribuna da dove improvvisati oratori locali discutevano l’operato del municipio, esponevano le loro lagnanze e non mancavano di stare fino a notte inoltrata ad assaggiare del buon vino Bardolino. Ma la Preonda è stata anche una ideale bancarella per l’esposizione del pesce. Secondo il compianto Giorgio Metzler, sindaco di Bardolino dal 1963 al 1970, la Preonda fu posta dapprima davanti all’albergo Bardolino, nella centralissima piazza di Bardolino, poi in Piazza Amedeo d’Aosta e quindi davanti al municipio a fianco del porto. Il passaggio da Piazza Vittorio Emanuele II, l’attuale Piazza Matteotti, a «lungolago-strada d’accesso all’imbarcadero e precisamente tra la colonna di ferro della pubblica illuminazione e prima pianta grossa di mimosa» avvenne a fine agosto del 1929. Fu ordinato dal podestà Luigi Torresani. Il motivo? Alcuni cittadini avevano espressamente richiesto di «levare la famosa Preonda dal luogo dove ora si trova per eliminare il disturbo, la noia e (diciamolo pure) lo sconcio cui dà motivo. Nei pressi della Preonda stanno numerosi esercizi, alcuni fra i principali di Bardolino, che vengono costantemente disturbati da tutto il vociare e lo schiamazzare che a sera i ragazzi fanno raccogliendosi sulla e attorno alla Preonda. Non è, poi neanche decoroso che i forestieri, che sovente di sera sostano a Bardolino, assistano allo spettacolo poco edificante fornito dai monelli in pose scorrette sdraiati sulla Preonda e sopportino i gridi e gli urli dei quali i monelli allietano la piazza di Bardolino. I sottoscritti, mentre fanno presente questo loro desiderio, si permettono di manifestare anche il pensiero che la Preonda non sia soppressa, ma spostata in luogo più adatto». A sottoscrivere la lettera, datata 5 agosto del 1929, e indirizzata al Podestà furono ventun bardolinesi. Torresani girò la questione all’apposita commissione d’Ornato che diede il proprio benestare allo spostamento della Preonda purché la stessa, «legata alla tradizione folkloristica locale», venisse collocata in un posto consono. Da qui la decisione di trasferirla in Piazza Amedeo d’Aosta. Nel tempo è stata poi sistemata dov’è attualmente, a fianco del porto e della torre di Bardolino. •

Stefano Joppi

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