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La Goletta mette in croce
gli scarichi abusivi

La Goletta dei Laghi di Legambiente ha diffuso i dati sul campionamento delle acque del Garda alle foci dei torrenti veronesi
La Goletta dei Laghi di Legambiente ha diffuso i dati sul campionamento delle acque del Garda alle foci dei torrenti veronesi
La Goletta dei Laghi di Legambiente ha diffuso i dati sul campionamento delle acque del Garda alle foci dei torrenti veronesi
La Goletta dei Laghi di Legambiente ha diffuso i dati sul campionamento delle acque del Garda alle foci dei torrenti veronesi

La Goletta dei laghi punta l’attenzione sulla qualità delle acque del Garda: quattro sui sette punti monitorati sono risultati fortemente inquinati. Si tratta delle foci dei torrenti che entrano nel lago a Garda, Lazise, Castelnuovo e Peschiera del Garda. Entro i limiti, invece, sono gli sbocchi a Bardolino, a Pai e vicino all’impianto di sollevamento a Torri.

Questo emerge dai dati della Goletta di Legambiente, che ieri ha presentato i risultati del monitoraggio svolto dal 10 al 13 luglio sulla sponda veronese, controllo alle acque interne iniziato il 29 giugno sul lago di Iseo e che si concluderà il 24 luglio sul Trasimeno. Quest’anno c’è una novità: il monitoraggio allarga il fronte di ricerca verso i «microlitter», ossia, come hanno spiegato la presidente Chiara Martinelli, il vice Lorenzo Albi e il responsabile di Goletta dei Laghi Simone Nuglio, «le micro particelle di plastica o derivati dal suo deterioramento presenti nelle acque».

Ecco quanto è emerso in questo caldissimo inizio estate: «L’esito è stato negativo, ancora una volta», ha esordito Martinelli. «Più della metà dei punti analizzati è risultato inquinato da batteri fecali: escherichia coli ed enterococchi intestinali. Rispetto al 2015 la situazione è immutata tranne l’anomalia positiva, che riteniamo casuale, riscontrata alla foce del torrente San Severo a Bardolino, il cui campione è risultato entro i limiti di legge». Martinelli precisa: «Non abbiamo controllato le acque di balneazione per non entrare in conflitto con gli enti preposti, ma considerato le foci degli affluenti, dove riteniamo siano maggiori le concentrazioni di inquinanti organici. Qui, come sempre, abbiamo analizzato il carico batterico per individuare gli scarichi che persisterebbero lungo tali corsi. Abbiamo indagato i parametri microbiologici considerando fortemente inquinati quelli che superano di oltre il doppio i limiti previsti dalla normativa sulle acque di balneazione. Tali valori sono stati trovati a Garda alla foce del torrente Gusa, a Lazise a quella del Marra, a Peschiera del Rio Sermana alla Maraschina e ai Ronchi di Castelnuovo». «Qui», rileva, «continuiamo a notare il problema della presenza di bagnanti nonostante i cartelli di divieto di balneazione entro 50 metri dalla foce».

«Sono invece risultati entro i limiti», prosegue Martinelli, «la foce del canale che scorre a Pai e il punto vicino all’impianto di sollevamento a Lido Bracolino di Torri».

Ha aggiunto Albi: «È assurdo che non si intervenga sui torrenti che attraversano centri abitati. Sosteniamo la necessità che l’impianto di collettamento sia sostituito con un nuovo collettore trasferito su terraferma e che si metta mano ai regolamenti edilizi locali in tema di separazione di acque bianche e nere. Il rilevamento di inquinamento biologico nelle foci è infatti conseguenza di scarichi abusivi o incontrollati».

Ha spiegato Simone Nuglio: «Nuova è la ricerca sul microlitter, particelle di plastica e derivati minori di 5 millimetri presenti nelle acque, che finora si è fatta solo nei mari. I prelievi sul Garda sono stati al largo di Riva e del triangolo tra Peschiera, Desenzano e Sirmione. Queste particelle sono considerate pericolose perché in grado di inibire il processo riproduttivo di molte specie e di trasportare batteri e malattie che potrebbero finire nella catena trofica». Aggiunge Martinelli: «Siamo ancora in fase di ricerca, uno studio con cui cercheremo di capire meglio le fonti, la tipologia e le concentrazioni in acqua. I prelievi sono stati fatti usando strumenti dell’Università Ca’ Foscari Venezia, mentre le analisi saranno svolte dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile o Enea (Ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) e saranno disponibili in autunno».

Barbara Bertasi

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