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La femmina partorisce tra i 3 e i 15 cuccioli fino a tre volte all’anno

Una madre e i suoi cuccioli
Una madre e i suoi cuccioli
Una madre e i suoi cuccioli
Una madre e i suoi cuccioli

Otto sere fa a Caprino si è svolta un’affolatissima assembla sulla presenza dei cinghiali oltre la Valdadige: «Sul Baldo non li vogliamo. Non ci sono mai stati e sono solo dannosi. Vanno sterminati» è stato il drastico commento, senza giri di parole, di un partecipante esasperato. All’assemblea sono intervenuti anche diversi rappresentanti di gruppi ambientalisti locali, oltre a esperti dell’ambiente montebaldino e amministratori locali. Il pubblico era però formato per buona parte da cacciatori e agricoltori, esasperati dal proliferare dei mammiferi sul Baldo, che devastano i prati sollevando le zolle di terra, distruggendo tutto ciò che trovano sul loro passaggio, compresa la grande varietà di flora autoctona. La maggioranza si dice pronta a imbracciare i fucili per tentare di risolvere il problema. Ma al momento, in base a una delibera regionale, non è possibile cacciare il cinghiale sul Baldo, a differenza della Lessinia dove invece è stata istituita la caccia controllata in via sperimentale (con al massimo 800 capi da abbattere) secondo i regolamenti del piano faunistico regionale. Seppur con approcci diversi, cacciatori e ambientalisti sono apparsi concordi almeno su un punto: la presenza dei cinghiali è in costante crescita. Nessuno azzarda cifre ufficiali, ma per capire un po’ le dimensioni basti pensare che, come ha ricordato Maurizio Delibori, presidente del Ctg Baldo Lessinia, le femmine di cinghiale partoriscono fra i tre e i 15 piccoli anche tre volte all’anno. intervenire al più presto. «È un flagello», così ha definito la presenza dei suini selvatici Giacomo Brunelli, dell’associazione culturale Sorasengi.

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