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La Corte dei conti frena la Tav: servono altri documenti

Per la Tav Brescia-Verona dicembre è il mese di frenate. Dopo le carenze progettuali evidenziate nel dicembre 2016 dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, è la volta dell’«incompletezza documentale» sollevata dalla Corte dei conti, chiamata ad apporre l’ultimo sigillo alla delibera con cui a luglio il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato il progetto definitivo della tratta dell’alta velocità. Ma il via libera sulla copertura e sulla compatibilità economico-finanziaria del progetto dovrà attendere: i giudici hanno rispedito il malloppo al ministero dell’Economia e delle Finanze, chiamato a integrare la documentazione che per la Corte è lacunosa. Il costo stimato per la tratta Brescia- Verona è di 3,5 miliardi, destinati a lievitare per gli adeguamenti progettuali in corso, mentre la delibera del Cipe contempla 2,5 miliardi per il lotto Brescia est-Verona, senza ingresso a Brescia. Non è dato sapere se sulla valutazione abbia pesato l’esposto presentato alla Corte il 20 novembre da comitati No Tav, associazioni ambientali e parlamentari del M5S tra cui la veronese Francesca Businarolo. Che, appresa la notizia, commenta: «Che c’erano delle criticità lo sapevamo da tempo, come del resto ha ricordato Luigi Di Maio nel recente incontro a San Bonifacio. È facile prevedere, senza fare le Cassandre, che questo è destinato ad essere solo il primo intoppo: il progetto è insostenibile, oltre che inutile per il territorio». Nonostante questo stop non sia una bocciatura, tanto basta ai comitati No Tav per esultare, visto che l’avvio dei cantieri è destinato a un ulteriore rinvio. «La Corte dei conti vuol vederci chiaro in un’opera che verrebbe a costare oltre 80 milioni al chilometro e che serve solo a chi la costruisce, visto che coprirebbe il 7 per cento dell’utenza ferroviaria, mentre il resto viaggia nelle condizioni che sono state descritte per la Verona-Rovigo con treni obsoleti e ritardi scandalosi», dice Daniele Nottegar del Coordinamento No Tav Brescia-Verona. «Con il costo di un solo chilometro Tav», chiede Nottegar, «quanti treni si potrebbero comprare per la Rovigo-Verona, garantendo un servizio decente ai pendolari e incrementando l’uso del mezzo pubblico?». • K.F.

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